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Economia e Finanza

Conto corrente cointestato, cosa accade alla morte di uno dei titolari: casistiche e successione

Se il conto corrente è cointestato ma uno dei due intestatari viene a mancare cosa succede? Tutto quello che devi sapere.

In caso di decesso di uno dei titolari di un conto corrente cointestato, è importante sapere come comportarsi. La situazione può variare a seconda della modalità di firma del conto (disgiunta o congiunta) e della presenza di un testamento o di eredi legittimi. Vediamo quindi le diverse casistiche e le modalità di successione.

Conto corrente cointestato, cosa accade alla morte di uno dei titolari: casistiche e successione-Abruzzo.cityrumors.it

Se si tratta di un conto corrente cointestato con firma disgiunta, il titolare sopravvissuto ha piena autonomia e può gestire il conto come preferisce. Non ci sono restrizioni o blocchi da parte della banca. Tuttavia, se il conto è cointestato con firma congiunta, la situazione è diversa.

Come comportarsi in caso di morte di un titolare di conto corrente cointestato

Nel caso di firma congiunta, il titolare o i titolari superstiti non possono operare sul conto dopo il decesso di uno dei cointestatari. La banca blocca il conto e non permette alcuna operazione fino a quando non viene completata la procedura di successione.

Cosa succede alla morte dell’intestatario del conto-Abruzzo.cityrumors.it

Ciò significa che i soldi depositati sul conto sono congelati fino a quando la banca non identifica gli eredi e stabilisce le quote loro spettanti. Solo al termine della procedura di successione, la banca sblocca le somme sul conto e le divide tra gli eredi in base alle quote di eredità stabilite dalla legge. Solo in quel momento i titolari rimasti in vita possono rientrare in possesso della loro quota di risparmi.

Gli eredi, tuttavia, hanno la possibilità di subentrare nella titolarità del conto corrente, mantenendo così il conto attivo. Tuttavia, per questo è necessario che tutti gli eredi siano d’accordo e manifestino il proprio consenso.

Nel caso di firma disgiunta, la situazione è più semplice. La banca può congelare soltanto la somma riconducibile al defunto e aprire su di essa la procedura di successione ereditaria. Gli altri titolari possono continuare a operare sul conto e disporre della propria quota di risparmi.

Tuttavia, in passato, non era raro che la banca decidesse di bloccare l’intero importo sul conto corrente a firma disgiunta per tutelarsi in caso di eventuali contenziosi con gli eredi. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione (19 marzo 2021) ha stabilito che un cointestatario di un conto corrente a firma disgiunta può prelevare l’intero importo in caso di morte dell’altro titolare. In questo caso, l’adempimento dell’intero saldo libera la banca verso gli eredi dell’altro cointestatario.

È importante notare che, in questo caso, gli eredi possono rivalersi solo nei confronti del cointestatario che ha prelevato l’intera somma e non nei confronti della banca. Inoltre, il cointestatario che preleva l’intera somma è comunque tenuto a restituire la metà ai altri eredi.

Per effettuare la successione di un conto corrente cointestato, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, una dichiarazione sostitutiva autenticata da un pubblico ufficiale, l’accettazione dell’eredità e, se necessario, il verbale di pubblicazione del testamento.