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Economia e Finanza

Cambiano le franchigie per donare soldi o casa ai figli: i nuovi limiti in vigore

Una recente modifica alla normativa sulle donazioni ha reso la successione più trasparente e meno onerosa da un punto di vista fiscale.

Cosa succede quando un genitore decide di donare un bene, ad esempio un immobile, ai propri figli? In questo caso possono verificarsi varie evenienze: quando il genitore è già in possesso di un bene e decide di intestarlo al figlio avviene una donazione diretta.

Cambiano le franchigie per donare soldi o casa ai figli: i nuovi limiti in vigore (Abruzzo.cityrumors.it)

Quando invece il genitore decide di acquistare un bene da una terza parte e intestarlo al figlio, allora avviene una donazione indiretta. Vi è poi un terzo caso in cui il genitore dona una certa somma di denaro ai figli, cosicché questi possano effettuare un acquisto di un bene direttamente a loro nome.

In tutti questi casi i beni trasferiti da un intestatario all’altro o oggetto di donazione da parte dei genitori ai figli, però, comportano delle implicazioni di un punto di vista dell’eredità. In altre parole ciò che è oggetto di donazione quando i genitori sono ancora in vita può avere ripercussioni fiscali in fase di successione per i figli.

Non si pagheranno più le tasse sulle donazioni in fase di successione: la modifica alla normativa semplifica il sistema fiscale

O meglio così era fino a quando la normativa non è stata modificata. Tale modifica è recente e si concentra in maniera particolare sulla determinazione delle franchigie e della base imponibile in fase di successione. Nello specifico essa è volta a semplificare il sistema fiscale in merito alle successioni ereditarie.

Chi ha ricevuto un bene in donazione non dovrà più pagarvi le tasse di successione alla morte del donante (Abruzzo.cityrumors.it)

In questo senso la normativa determina una esclusione dei beni donati dal calcolo delle imposte sulla successione. Cosa significa? Prima che la normativa venisse modificata il calcolo delle imposte sull’eredità includeva sia i beni ereditati sia le donazioni. In altre parole anche una casa donata ai figli dai genitori quando questi erano ancora in vita comportava il pagamento di tasse in fase di successione.

Ora, però, le cose sono cambiate e i beni donati in vita non possono più essere annoverati tra quelli su cui calcolare le franchigie di successione. Ciò determina uno sgravio fiscale non indifferente per tutti gli eredi che abbiano ricevuto donazioni dai propri genitori o parenti quando questi erano ancora in vita.

Ciononostante si ricorda che in alcuni casi è possibile che i donatari di un bene potrebbero essere tenuti a liquidare il corrispettivo in denaro del valore del bene in questione agli altri eredi che intraprendano una cosiddetta azione di riduzione. Cioè una contestazione rispetto alla diminuzione del valore della propria percentuale di eredità dovuta a donazioni fatte in vita dai de cuius.

Martina Di Paolantonio

Laureata in moda e costume, negli anni mi sono interessata delle più disparate tematiche. Amo la correttezza formale dei testi mista a un buon contenuto: il copywriting mi è sembrata la scelta lavorativa giusta per dare seguito a questa mia passione