Chieti. A rischio, nelle province di Chieti e L’Aquila, oltre 5.700 imprese del settore dell’edilizia, per un totale di circa 18mila lavoratori. A lanciare l’allarme è Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, che esprime “grande preoccupazione” per lo stop allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti stabilito dal Governo e sottolinea che si rischia una “bomba sociale” sul fronte occupazionale, considerando che le imprese, proprio grazie agli incentivi, hanno assunto ed investito. Per questi motivi, l’associazione chiede un immediato interessamento dei parlamentari eletti in Abruzzo.
I numeri danno la misura dell’emergenza in atto sul territorio: in Abruzzo il comparto delle costruzioni conta oltre 11.100 imprese, di cui circa settemila artigiane, per un totale di addetti che supera le 34mila unità. Del totale, 2.950 imprese, con 9.591 addetti, sono in provincia di Chieti e 2.803 (8.491 addetti) sono in provincia dell’Aquila.
Non a caso, l’associazione, negli ultimi giorni, sta raccogliendo le segnalazioni e il disagio di chi già si trovava ad affrontare le gravi ripercussioni connesse all’aumento dei prezzi e ora è “ulteriormente colpito e disorientato dall’ennesima norma che cambia, in corsa, le regole del gioco”.
Per Confartigianato era necessario “risolvere, con un compratore di ultima istanza, il grave problema dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia e riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici”.
“Il tema degli incentivi andava sicuramente ridiscusso – afferma il vicepresidente di Confartigianato Chieti L’Aquila e presidente della categoria Edilizia, Alberto De Cesare – ma non si possono lasciare imprese e famiglie in mezzo al guado. Le misure contenute nel decreto legge del Governo Meloni non sono efficaci e non possono rappresentare una soluzione”.
“Se l’edilizia è un volano per l’economia, i bonus hanno fornito una grande spinta, contribuendo alla crescita del Pil – aggiunge – E infatti negli ultimi anni si è registrato un significativo incremento degli occupati nel settore. La strada dei bonus edilizia, da maggio 2020 a novembre 2022, è stata però costellata di continui ‘stop and go’ normativi: ben 224 modifiche, una ogni 16 giorni. Cittadini e imprenditori sono così rimasti intrappolati in una vera e propria ragnatela burocratica. Un’esperienza culminata con il blocco dei crediti nei cassetti fiscali degli imprenditori, che ora mette a rischio centinaia di posti di lavoro sul territorio, e l’incertezza sulla sorte degli incentivi”.
Come sottolineato dall’associazione nazionale, che tra l’altro nel pomeriggio partecipa all’incontro convocato dal Governo, è necessario “ripensare profondamente il sistema degli incentivi nel settore dell’edilizia, anche in vista degli obiettivi indicati dalla Direttiva europea sulle ‘case green’. Basta con gli interventi spot sottoposti a continui ripensamenti – afferma Confartigianato – L’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare può essere una grande opportunità per il Paese, ma non deve trasformarsi in vessazione per cittadini ed imprese. La strada realmente efficace consiste nel progettare una vera e propria strategia strutturale di lungo termine che scandisca l’impiego di risorse pubbliche aggiuntive. In questo modo potremo ottenere un ritorno positivo in termini di crescita del Pil e orientare le scelte dei cittadini sulla qualità e l’efficienza energetica delle abitazioni”.