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Arriva il Riccometro cugino del Redditometro

Nuovo metro varato nel tentativo di stanare gli evasori del welfare, cugino dello Spesometro e del  Redditometro, il Riccometro è un nuovo strumento studiato per rendere più chiaro e trasparente l’accesso ai servizi di welfare.

In altre parole, è un modo per beccare i furbetti che, pur vivendo agiatamente, scalano le graduatorie eottengono borse di studio, servizi sociali, posti in asili nido e molto altro.

Il Presidente del Consiglio Letta ha ereditato questo modus operandi dall’esecutivo Monti: rimodulare l’Isee, includendo nel conteggio non solo il reddito dichiarato nel 730 e gli immobili, ma anche Bot, obbligazioni, buoni fruttiferi, azioni. Oltre agli assegni per i figli, le pensioni di invalidità o le borse di studio. Yacht e auto di lusso faranno guadagnare punti e spingeranno in alto l’indice del Riccometro, rendendo più difficile l’accesso ai benefici del welfare.  

La nuova Isee dovrebbe stanare i furbetti degli ultimi 15 anni, infatti come viene spiegato non sarà più possibile, con una semplice autocertificazione, nascondere dal calcolo i risparmi sostenendo di non avere un conto in banca.

Espediente tipicamente usato dall’80% degli italiani, i riscontri avverrano grazie ad un confronto incrociato con la banca dati del Fisco e chi dichiara il falso pagherà. Resta uno spiraglio per i “ladri del welfare”: ritirare i risparmi dal conto, firmare l’Isee dichiarando di non possedere nulla per poi tornare allo sportello e versare i soldi.

Sarà più difficoltosa la vita per chi intende scalare la graduatoria degli asili nido, solitamente gli escamotages utilizzati sono quelli di genitori non sposati con due residenze diverse. Padre con stipendio stellare e moglie non lavoratrice e se il bambino è a carico di quest’ultima, risulta nullatenente. Ovviamente secondo l’Isee, per l’accesso a un asilo nido, sarà più alto in graduatoria di un bambino figlio di un operaio in cassa integrazione, anche se gode della sostanziosa busta paga del genitore.

Nuova modulazione anche per figli a carico e disabili. Rispetto al passato, fino al secondo figlio non cambia nulla, mentre gli sgravi aumentano dal terzo in poi. Una sorta di quoziente familiare, che favorirà soprattuto le famiglie molto numerose.  Lo sgravio per i disabili, oggi uguale per tutti, sarà crescente su tre livelli: disabilità grave, media e non autosufficienza. Deducibile anche l’affitto, fino a 7 mila euro l’anno.