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Addio alle monete da 1 e 2 centesimi, rischio aumento dei prezzi

Il conio sarà fermato a partire dal 2018. Prezzi arrotondati al multiplo di 5 più vicino.

Stop alle monete da 1 e 2 centesimi, a prevederlo è un emendamento alla manovra bis, approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Il conio sarà sospeso a partire dal 1 gennaio 2018, anche se le monete già in circolazione continueranno ad avere corso legale.

Secondo la relazione che ha accompagnato l’emendamento proposto dal PD, la sola produzione delle “monetine” costa più del loro valore nominale, ed è pari a circa 4.5 e 5.2 centesimi, rispettivamente per le monete da 1 e 2 centesimi. Dalla nascita dell’euro al 2013, la Zecca ha coniato oltre 5 miliardi di monete da 1 e 2 cent, per una spesa di almeno 20 milioni di euro l’anno, soldi che ora potranno essere destinati ad altri scopi.

Per evitare che l’uscita di scena dei centesimi possa dar luogo a fenomeni speculativi, è stato previsto che i prezzi dovranno essere arrotondati al multiplo di 5 più vicino. A vigilare su eventuali anomalie sarà l’Antitrust, che dovrà poi segnalarle al Garante sui prezzi, che a sua volta provvederà a riferire al Ministero dell’Economia tramite una relazione semestrale.

Un meccanismo lento e farraginoso che alcune associazioni dei consumatori hanno già bollato come inutile, manifestando al tempo stesso il timore che l’addio ai centesimi più piccoli sarà la scusa per un rialzo selvaggio dei prezzi, a discapito dei consumatori.