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Europa invasa dall’olio di oliva tunisino, ecco come riconoscere quello italiano

Ieri il parlamento europeo ha approvato l’importazione senza dazi di 35.000 tonnellate di olio di oliva prodotto in Tunisia; ecco quindi cinque semplici regole per riconoscere l’olio italiano di qualità.

Nella seduta plenaria di ieri, il parlamento europeo, ha approvato l’importazione senza dazi di 35.000 tonnellate di olio di oliva di produzione tunisina; si tratta di una misura straordinaria tesa ad aiutare la Tunisia, unico stato dove la primavera araba ha portato ad una transizione da un regime autoritario ad uno realmente democratico.

L’economia tunisina, basata principalmente sul turismo, è stata duramente colpita dagli attentati dello stato islamico dello scorso anno, per questo, in un ottica di aiuto alla giovane democrazia nord africana, l’Europa ha deciso di aumentare la quantità di olio tunisino importato senza dazi dalle 56.700 tonnellate inizialmente previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia, ad oltre 90.000 tonnellate.

Nonostante il nobile intento, tutto ciò si traduce in un mare di olio a basso costo che sta invadendo il mercato europeo; una situazione che si presta facilmente alla speculazioni in danno dei consumatori meno attenti; ecco quindi poche e semplici regole per riconoscere, già dall’etichetta, l’olio italiano di buona qualità.

1- Deve essere presente la dicitura “Olio Extravergine di Oliva”

2- Il semplice marchio italiano, da solo, non garantisce nulla sulla provenienza del prodotto; diciture come “confezionato da…” e simili, si riferiscono solo all’azienda che si occupa della vendita ma nulla dicono rispetto all’origine; la dicitura che offre maggiori garanzie è: “prodotto e confezionato da…” seguito dalla ragione sociale del produttore.

3- Attenzione alle scritte microscopiche; l’indicazione dell’origine dell’olio è obbligatoria ma spesso è riportata solo sul retro dell’ etichetta per di più in caratteri microscopici; è sempre bene quindi fare attenzione che nascoste da qualche parte non siano riportate le diciture : “miscele di oli comunitari”, “miscele di oli comunitari ed extracomunitari” e simili.

4- I produttori che utilizzano solo olive nazionali hanno tutto l’interesse a mettere il fatto in bella evidenza; è bene quindi diffidare degli oli le cui etichette, apparentemente, nulla dicono sull’origine della materia prima.

5- Una volta individuati gli oli di produzione nazionale, un’ulteriore scrematura può essere fatta in base al tipo di spremitura (quella a freddo è considerata la migliore), alla presenza di eventuali marchi DOP o IGP oltre ovviamente ai propri gusti personali.

Ovviamente, queste poche regole non vogliono in alcun modo essere strumento di discriminazione dei prodotti stranieri ma servono solo a mettere il consumatore nella condizione di poter scegliere coscientemente cosa mettere nel proprio piatto.