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Spid, la password per i servizi online della Pubblica Amministrazione: pagare le tasse o prenotare visita in un click

Tutto pronto per il debutto dello Spid, la password che permetterà a ogni cittadino di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e non solo: in sostanza l’identità digitale. L’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, ha messo a punto quattro regolamenti, tutte le istruzioni necessarie, c’è solo da attendere il via libera del Garante della Privacy e la firma del nuovo direttore generale dell’Agenzia, Antonio Samaritani. Intanto dalle bozze emerge già un’idea chiara: il pin unico, la chiave per sbrigare tutte le pratiche online (dal pagamento delle tasse alla consegna di referti medici), chiamato in termini tecnici ‘codice identificativo’, viene assegnato al cittadino richiedente da un identity provider, o gestore dell’identità digitale, appositamente accreditato. Il codice base dovrebbe essere composto da 4 lettere a cui seguono 10 caratteri alfanumerici. In tutto quindi 14 click.

L’obiettivo è rilasciare 3 milioni di Spid entro quest’anno per arrivare a 10 milioni a fine 2017. I target sono indicati nell’Agenda per la Semplificazione, stilata dal ministero della Pubblica Amministrazione che ha già condotto un primo monitoraggio sull’attuazione, dando semaforo verde a 21 scadenze su 22, come riferito in settimana dal ministro Marianna Madia. Tra le tappe centrate c’è anche lo Spid, ad aprile si doveva infatti concludere la sperimentazione e predisporre le regole. Ora la normativa è pronta ma ci sono passaggi formali che stanno allungando i tempi per l’ufficializzazione.

Nel dettaglio, un ruolo centrale spetta proprio all’Agid, che certifica i gestori dell’identità digitale, abilitati a erogare le credenziali. I loro nomi saranno pubblici, iscritti in un apposito registro Spid (lo sono di diritto il ministero dello Sviluppo Economico, le Camere di Commercio, gli ordini professionali e l’Agid). Così come vengono censiti i fornitori di servizi, oltre alle Pubbliche Amministrazioni, anche i privati che vogliono aderire al sistema. D’altra parte l’idea è avere un unico pin valido universalmente.

Quanto al cittadino, per ottenere l’identità digitale deve fare domanda al gestore, procedendo con una registrazione. Dovrà fornire informazioni base necessarie per l’identificazione: nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, residenza, estremi del documento di riconoscimento. Saranno anche richiesti un indirizzo di posta elettronica e un recapito telefonico. Se si è in possesso di documenti in formato digitale si potrà fare tutto in rete, altrimenti l’identificazione verrà fatta a ‘tu per tu’, recandosi presso le sedi predisposte. Una volta ottenute le credenziali, che possono arrivare sia via web (tramite mail) sia per raccomandata, al cittadino non rimarrà che accedere al servizio direttamente dal sito dell’ente in questione e cliccare sul nuovo ‘bottone’ battezzato nei regolamenti dell’Agid come ‘Entra con Italia.it’.

Le regole sono state collaudate nei test condotti in questi mesi con le amministrazioni pilota, che, appena sbloccati i provvedimenti, saranno quindi pronte a funzionare tramite Spid: si tratta di Inps, Inail, Agenzia delle Entrate; tra le Regioni ci sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte e Toscana; a livello comunale hanno fatto da testa di ponte Firenze, Lecce, Milano; e sono oltre otto gli istituti bancari partecipanti.

A COSA SERVE LO SPID?

Con questo nuovo codice univoco gli italiani potranno identificarsi facilmente accedendo a tutti i servizi della Pubblica amministrazione, anche quelli che richiedono dati estremamente personali, come quelli sanitari. Si potranno pagare le tasse o ricevere i rimborsi dell’agenzia delle entrate, prenotare facilmente le analisi presso la Asl e scaricare i risultati sul computer di casa o sul telefonino, iscriversi a un concorso pubblico