Si terrà a Pescara lunedì 18 febbraio, alle ore 14.30, nell’ Aula del Centro di documentazione Europea in viale Pindaro, il seminario, aperto al pubblico, sul tema Referendum propositivo: verso una riforma costituzionale condivisa? organizzato dai Dottorati di ricerca delle Università di Teramo e di Chieti-Pescara.
A rispondere al quesito sulla proposta di modifica costituzionale, che dopo l’approvazione della Commissione Affari Costituzionali è approdata alla Camera lo scorso gennaio, saranno due protagonisti che, da schieramenti politici diversi, hanno ricercato punti di contatto: il relatore di minoranza Stefano Ceccanti, deputato del PD, e uno dei firmatari del progetto di revisione Valentina Corneli, deputata del Movimento 5 Stelle. Saranno invece tre costituzionalisti ad animare l’incontro: in qualità di discussant Romano Orrù dell’Università di Teramo e Fabrizio Politi dell’Università di L’Aquila, unitamente a Giampiero di Plinio dell’Università D’Annunzio, che coordinerà il dibattito.
L’incontro ha sullo sfondo la delicatissima questione dell’equilibrio fra la democrazia diretta e la democrazia rappresentativa.
«Il testo proposto ‒ si legge in una presentazione ‒ inserisce nell’articolo 71 della Costituzione una particolare iniziativa legislativa popolare che si aggiunge a quella odierna che continua a esistere e che scatta con 50mila firme. Quella prevista dalla nuova proposta, invece, scatta sulla base di 500mila firme. Riguarda le leggi ordinarie e mette in mora le Camere nel senso che se non approvano la proposta di legge entro 18 mesi su di essa si svolge un referendum propositivo, a meno che i promotori non rinunzino e che la Corte non la giudichi ammissibile. In particolare il meccanismo è molto rigido perché a differenza dell’abrogativo c’è una sorta di diktat al Parlamento: o lo approvi così com’è oppure solo noi possiamo bloccare il referendum».