Se ne parla da anni e forse ora potrebbe essere arrivato davvero il momento di abolire il numero chiuso a Medicina. Vediamo cosa succederà nel 2025.
Da anni si discute sulla possibilità di eliminare le “selezione all’ingresso” a Medicina. Che si sia a favore o contrari a questa proposta, una cosa è certa: in Italia mancano medici e questo va a scapito dei cittadini. Mancano medici negli ospedali, nei Pronto soccorso e mancano persino i medici di base.
Pertanto dare a più persone la possibilità di studiare medicina potrebbe rappresentare almeno un primo passo verso la soluzione del problema. Senza contare che il test d’ingresso è poco indicativo: ci sono persone che lo passano subito ma poi mollano l’Università dopo uno o due anni perché capiscono che la loro vocazione è un’altra.
Al contrario ci sono persone che non lo passano e che magari sarebbero potuti diventare ottimi cardiologi piuttosto che ortopedici o altro. Il Governo di Giorgia Meloni ha fatto il passo: è stato eliminato il test d’ingresso per iscriversi a questa facoltà. Tuttavia la riforma sarà un po’ diversa da come la immaginavamo. Nel prossimo paragrafo vediamo come funzionerà nel 2025 l’iscrizione a Medicina.
Addio al numero chiuso a Medicina? Se ne parla da anni e finalmente potrebbe essere arrivato il momento di abolire questa “tradizione” che, a conti fatti, sta solo portando ad avere troppo pochi medici in relazione al numero di cittadini. Il Governo di Giorgia Meloni avrebbe deciso di abolire il test d’ingresso ma non il numero chiuso. Vediamo nei dettagli.
La riforma a Medicina messa in atto dal Governo Meloni sarà un po’ diversa da come ce la saremmo aspettata. Verrà abolito il test d’ingresso ma non verrà abolito il numero chiuso. In pratica, da quanto emerso fino ad ora, ci sarà un semestre aperto a tutti durante il quale gli studenti dovranno sostenere tre esami e al termine del semestre i ragazzi e le ragazze dovranno superare un test. Pertanto alla fine il numero chiuso, comunque, resterà.
Durante questo primo semestre gli studenti – a causa della mancanza di spazi adeguati negli Atenei italiani – probabilmente dovranno seguire gran parte delle lezioni da casa attraverso piattaforme come Zoom ma questo non è stato ancora chiarito dal Ministero dell’Università e della Ricerca.
Per quanto riguarda le tre prove d’esame, invece, a quanto pare si tratterà di tre prove scritte standardizzate e, quindi, uguali in tutta Italia. Si vogliono evitare prove orali proprio al fine di non incappare in giudizi potenzialmente disomogenei tra una commissione e l’altra. A conti fatti, quinti, che cosa cambierà dal 2025? Il cambiamento principale consisterà nello spostare la selezione di sei mesi al fine di permettere agli studenti di prepararsi e, soprattutto, di capire se quella è la loro strada o se, invece, preferirebbero studiare altro.