Il 2020 è l’anno del centenario di Federico Fellini, nato a Rimini il 20 gennaio 1920. Riconosciuto come uno dei più grandi registi di tutti i tempi, in Italia le celebrazioni sono partite ovviamente dalla sua Rimini, con una grande mostra “Fellini 100 genio immortale” che successivamente si trasferirà a Roma e in altre città italiane e internazionali.
Cineforum Teramo, però, fa sapere che a Castel Sismondo, per visitare la mostra progettata da Studio Azzurro di Milano, “arrivati alla sala dedicata ai direttori della fotografia ci aspettiamo di trovare il nostro Gianni Di Venanzo, direttore della fotografia per Fellini in ben tre film, L’Amore in città, 8 1/2 e Giulietta degli Spiriti. Con nostro grande stupore invece Di Venanzo non viene neanche ricordato nel classico e inesorabile spiegone riassuntivo posto all’ingresso di ogni sala. Tre grandi pannelli ricordano invece le collaborazioni con Rotunno, Tonino Delli Colli e Gustavo Adolfo Rol, sensitivo italiano amico del maestro. Perché Di Venanzo viene completamente ignorato? Come anche si potrebbe dire di Otello Martelli che ha curato la fotografia di ben sette film del maestro riminese? Pressopochismo? Sciatteria? Un gigantesco “buco” lasciato in mezzo ad una esposizione per altri versi attenta e precisa”.
“Non stiamo facendo difese campanilistiche del nostro Di Venanzo ma il dovere della memoria ci accompagna sempre e costantemente visto che la nostra associazione porta nel nome (Cineforum Teramo – Lumière -Gianni Di Venanzo 1920-1966) il ricordo del grande direttore della fotografia nato a Teramo. Ci risulta quindi assolutamente incomprensibile aver tralasciato la collaborazione tra Fellini e Di Venanzo, che vinse due (dei cinque complessivi) nastri d’argento proprio per 8 1/2 e per Giulietta, anche se quest’ultimo consegnato alla memoria”.