Una storia lunga oltre cinquant’anni, di una costante pratica dell’eversione che ha lasciato sul campo centinaia di vittime, triste primato dell’Italia sugli altri paesi occidentali, e dell’intreccio di interessi e segreti inconfessabili che ha avvelenato a lungo la nostra storia. E’ quasi un thriller sul “volto oscuro del potere”, un reportage su un’indagine che attraversa mezzo secolo Mattei; Pasolini; Piazza Fontana; P3; Moro; Ustica; Sindona; Capaci; Via D’Amelio. Sono tanti i “Misteri italiani” . In tutti questi “misteri” i ruoli della criminalità organizzata sono stati diversi lungo, a cominciare dalla presenza della ‘ndrangheta in Via Fani la mattina del sequestro, attraversando poi i tentativi di liberazione del Presidente DC con le attivazioni di banda della Magliana, Cosa Nostra. Se ne parlerà martedì 22 ottobre all’Istituto “Peano – Rosa” di Nereto nell’incontro con la scrittrice Simona Zecchi nell’ambito del 24 Premio Borsellino che ha già affrontato questi temi.
Per far riflettere gli studenti su alcuni aspetti già noti e far emergere tanti altri aspetti inediti e tante storie parallele inedite che vanno a formare un nuovo quadro, più ampio mai considerato prima. Sulla “Criminalità servente”. Servente verso una parte delle istituzioni, verso consorterie politico criminali e massonerie, utile strumento di interferenze internazionali, anche nel caso Moro, così come in altri eventi. Un do ut des fra Stato e Mafia che arriva fino ai giorni nostri. Una criminalità servente è quella che ha attraversato tutti i fatti più destabilizzanti di questo Paese e il patto che l’ha unita a una componente rimasta segreta (ma la cui conoscenza era agli atti giudiziari) all’opinione pubblica, in cui diversi settori di potere della società civile e istituzionale sono compresi, sono fatti e non ricostruzioni buone per complottisti.
Secondo Simona Zecchi il problema è la memoria condivisa, un’accettazione di quanto avvenuto che non sia solo retorica e perdono, ma verità. Anche perché come può esserci perdono senza verità?