Le opere interessate, che sono di varia natura, dagli oli su tela, alle carte dipinte e poi incollate su tela e ai disegni, coprono come l’intera collezione bindiana, un arco temporale di tre secoli con nomi come quelli di Gonsalvo Carelli, suocero del Bindi e caposcuola del paesaggismo napoletano dell’Ottocento, di Raffaele e Giuseppe Carelli, Salvator Rosa, Pompeo Batoni, Giuseppe Bonolis, Gennaro Della Monica, Francesco Paolo Michetti, Pasquale Celommi e Vincenzo Franceschini. A questa fondamentale azione di tutela, autorizzata e seguita con cura dalla Soprintendenza e dal direttore t.s. Sirio Maria Pomante, che aspettava da decenni di essere messa in campo, ha inteso contribuire anche l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Teramo che ha stanziato 3.400 euro per il recupero di alcuni capolavori, tra cui la pressocchè inedita “Maddalena penitente” della cerchia di Francesco Solimena (1657-1747), inspiegabilmente assente dal vecchio allestimento della Pinacoteca civica, alcune opere di Gonsalvo Carelli (1818-1900) come il dipinto “Cefalù”, presente nel logo del Polo Museale Civico, e la “Marina di Posillipo” di Teodoro Duclère (1816-1869), discepolo del Pitoloo e tra i protagonisti della Scuola di Posillipo.
L’ingegner Agreppino Valente, presidente Ordine Ingegneri della Provincia di Teramo ha precisato: “É nostra tradizione, da circa un quinquennio, riservare una piccola somma al restauro di opere d’arte che fanno parte del patrimonio storico culturale della nostra Provincia. Quest’anno siamo felici di finanziare il restauro di 6 opere che ritroveranno posto nella Pinacoteca comunale di Giulianova. Perché anche in questo periodo in cui non riusciamo ad intravedere un futuro, il recupero di queste importanti opere possano essere un chiaro segno perché anche i luoghi della Cultura tornino presto a riaprire le porte”
“Mi preme ringraziare l’Ordine degli Ingeneri della Provincia di Teramo nella persona del suo Presidente l’ing. Valente, per la sensibilità dimostrata – dichiara il sindaco Jwan Costantini – nel voler contribuire a questa enorme opera di recupero di una delle più interessanti e singolari raccolte artistiche che esistano in Abruzzo e nel Meridione d’Italia, patrimonio che si deve alla generosità del nostro illustre cittadino Vincenzo Bindi, appassionato studioso e collezionista”.