Di seguito la nota del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, in occasione della Giornata della Memoria.
“Non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria”. Con queste parole, ieri all’Angelus, Papa Francesco ha mirabilmente sintetizzato il senso della Giornata della Memoria. Nulla di moralistico, di celebrativo, ma una occasione di riflessione personale e collettiva. “Mai più, mai più” ha concluso il Pontefice: un urlo che scolpisce una vergogna della nostra epoca recente e che non può tradursi in anelito o auspicio ma in quotidiana vigilanza, in concreta attenzione. Facciamo nostre queste parole: i tempi ce lo richiedono, visti i preoccupanti rigurgiti di una atmosfera in cui l’odio pare essere la cifra che si impone; lo vediamo in politica, nei rapporti tra le persone, nelle manifestazioni che annullano il pensiero diverso, nelle innumerevoli casualità e banalità del quotidiano, nel lavoro e perfino nello sport. Si diffonde la ideologia del nemico da abbattere, del ‘fastidio’ da eliminare.
E non crediamo, rassicurandoci, che si tratti di una tendenza lontana. Il vento che intorpidisce le relazioni nel nostro Paese, soffia più o meno lieve anche da noi, insinuandosi talvolta con diabolica efficacia.
Per questo le diverse e tutte qualificate manifestazioni che da alcuni giorni si stanno svolgendo nella nostra città, sono un segnale da cogliere con favore. Teramo, evidentemente, sa percepire, a livello collettivo, il vento dei tempi e sa dare risposte che, in questo caso come mai, invitano tutti: dai giovani delle scuole ai cittadini nella loro maturità, ad una attenta riflessione su quanto accaduto e su quanto sta accadendo.
D’altronde, la nostra convivenza affonda le sue radici nella Costituzione che sa delineare con limpidezza i confini alti e rilevanti nei quali la diversità è indicata come opportunità da tutelare e ricchezza da rimarcare.
Su parole come ‘normalità’ e ‘conformità’ sono state costruite le peggiori tragedie dell’umanità. La sfida della memoria, è di renderci capaci di fuggire dalla tentazione di guardare solo al passato come ammonimento, per proiettarci verso il futuro come esortazione, abbattendo le barriere culturali che evidentemente impediscono questo straordinario passaggio di civiltà.
C’è una testimone che ci ricorda ogni giorno la necessità della vigilanza. La senatrice Liliana Segre, ci incita ad esercitare la coscienza. Perché sì, nessuno può credere che un uomo degno di essere tale, possa farsi artefice di odio. Non a caso la senatrice a vita non ha cancellato dal suo braccio il tatuaggio che riporta il numero che era diventata, come tutti gli altri deportati, ad Auschwitz. Nessun uomo è un numero, nessuna questione può essere ridotta a calcolo matematico, nessun problema che ci si pone davanti può diventare argomento da risolvere con meri calcoli economici o di presunta ‘difesa’.
Il messaggio che la Giornata della memoria può veicolare, è un invito alla concretezza, un appello alla consapevolezza della realtà, un incitamento a vivere la differenza come ricchezza, uno stimolo a spalancare le braccia, una esortazione ad aprire le frontiere istituzionali all’altro.
Non voltiamoci se segnali di odio e disprezzo dell’altro ci sfiorano e non dimentichiamo che anche Teramo, in passato, ha subìto e vissuto il dramma della diversità intesa come pericolo da rimuovere. Razze, religioni, orientamenti sessuali, appartenenze etniche, condizione umana convivono con noi. Camminiamo insieme, per il bene e la crescita umana e sociale di tutti.
Gianguido D’Alberto