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A Gessopalena e Orsogna la leggerezza e l’ambiguità de ‘Il Malato Immaginario’

Chieti. Per le Stagioni Teatrali di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo in collaborazione con le Amministrazioni comunali di Gessopalena e Orsogna, Venerdì 9 marzo al Teatro Comunale di Gessopalena e sabato 10 al Teatro De Nardis di Orsogna sempre alle 21 sarà in scena la Compagnia L’Arca Azzurra con le ossessioni ipocondriache de Il malato immaginario di Molière, regia e adattamento di Ugo Chiti.

 La Compagnia incontra Molière e il suo “Malato immaginario”, un capolavoro intramontabile del teatro di tutti i tempi diretto da uno dei registi, drammaturghi e sceneggiatori più sensibili, prolifici e apprezzati dal teatro e cinema italiani. Dire che Il malato immaginario come tutti i classici parla apertamente all’oggi è quasi una banalità, ma certo l’ossessione ipocondriaca di Argante, la sua bulimia medicinale ci sembrano paradigmatiche di atteggiamenti apertamente contemporanei, come del resto la sua vulnerabilità ai raggiri degli esperti e dei dottori, che sono senza dubbio caratteristica della nostra società dove abbondano millantatori e maghi, ma dove i rimedi sono spesso peggiori dei mali. La Compagnia: “E se questa storia è la dimostrazione stessa dell’assunto edoardiano che “gli esami non finiscono mai” ci accingiamo a quest’ennesima prova forti dell’esperienza fatta attraverso le messe in scena delle riscritture di Ugo Chiti che ci guideranno in questa occasione mediando tra la necessità di restituire la grande commedia molieriana nella sua integrità e l’esigenza di giocare attraverso i suoi personaggi una partita vicina alle nostre corde più popolari e radicate in un territorio teatrale dalle forti connotazioni linguistiche e poetiche.”

 Argante (Dimitri Frosali), credendosi segnato nel fisico ed esposto a ogni malattia, vive perennemente tra medici e medicine: per assicurarsi cure più assidue, vorrebbe costringere la figlia Angelica (Elisa Proietti) a sposare lo sciocco e pedante Tommaso Diarroicus (Andrea Costagli), figlio del suo dottore (Massimo Salvianti). Vivacizzato da una violenta satira nei confronti della classe medica, nasce così in famiglia un intreccio drammatico, inevitabilmente votato al lieto fine, il cui motore è rappresentato dalla serva Tonina (Giuliana Colzi), la quale riuscirà con l’astuzia non solo a spingere Angelica nelle braccia dell’amato Cleante (Gabriele Giaffreda), ma anche a svelare l’amore interessato che la seconda moglie Becchina (Lucia Socci) ostenta per Argante.

 Note di regia e “lavoro” di autore. Il Malato Immaginario è l’ultima irridente commedia di Molière (la morte lo coglierà dopo una recita siglando una specie di assoluta irripetibile metaforizzazione del ruolo attore-autore). Farsa-commedia, intrisa di realismo dove i personaggi si muovono sulla ritmica dell’intreccio comico occhieggiando alla “commedia dell’arte” senza tralasciare, dietro il risibile, quella seconda lettura d’ombra che lascia intuire la natura più sinistra di figure inquiete; caratteri teatrali che sfiorano il tragico con un ghigno divertito di maschere comiche. Adattamento e regia cercano questa doppia, obliqua lettura necessaria in un testo “contaminato” da molteplici segni teatrali, dove a differenza, per esempio, dell’assoluta “purezza” drammaturgia del Misantropo, convivono insieme pantomime metafisiche e amare riflessioni sulla natura dell’uomo.  Ne Il Malato immaginario si spariglia così il giuoco: i caratteri ridicoli o stravaganti che attingono al farsesco dichiarato, cercano risonanze più reali in grado di evidenziare lo smarrimento esistenziale avvicinandoli, alla riconoscibilità del contemporaneo. Il Malato Immaginario è testo turbevole proprio per queste doppiezze contraddittorie, testo ambiguo che dietro l’inossidabile, perfetta macchina teatrale, sembra occultare il tema portante;  commedia sì sulla “delusione medica” ma forse, ancora più presente è la disamina sull’uomo vinto dalle illusioni. Ugo Chiti.