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Francavilla, Fabio Concato riceve il ‘Premio Note da Oscar’

Francavilla al Mare. Il cantautore Fabio Concato ha ricevuto il “Premio Note da Oscar” per la sezione “canzoni nel cinema” nell’ambito dei riconoscimenti che vengono assegnati dal “Festival Alessandro Cicognini”, rassegna che alzerà il sipario della sua ottava edizione il prossimo 19 giugno.

 Il riconoscimento istituito dal “Cresnac – Centro Ricerche e Studi Nazionale Alessandro Cicognini” diretto dal compositore Davide Cavuti, viene assegnato durante il “Festival Alessandro Cicognini”.

 Il “Cresnac” promuove la figura e le opere dell’insigne compositore abruzzese attraverso molteplici attività: l’annuale “Premio Internazionale Cicognini” che si tiene a Roma nella Sala Trevi (quest’anno è stato conferito al maestro Ennio Morricone) e il “Festival Cicognini” durante il quale viene assegnato il “Premio Note da Oscar” nelle sezioni miglior compositore, migliore canzone originale, miglior regista, miglior attore protagonista, miglior montatore, miglior fotografia.

 Il riconoscimento “Premio Note da Oscar” a Fabio Concato è stato consegnato prima del suo concerto al “Teatro Sirena”, gremito in ogni ordine di posto, a Francavilla al Mare, città in cui il maestro Alessandro Cicognini trascorse l’infanzia e la giovinezza e dove mantenne la residenza fino agli anni Ottanta.

 “È un grande onore per me consegnare il premio del “Festival Cicognini” ad uno dei più grandi cantautori italiani – ha dichiarato il maestro Davide Cavuti, direttore del Centro Studi Nazionale Cicognini – una delle sue canzoni di successo, “Domenica bestiale”, fa parte della colonna sonora del film “Vado a vivere da solo” (1982) di Marco Risi con protagonisti Jerry Calà, Lando Buzzanca con la colonna sonora del film firmata dal compianto maestro Manuel De Sica, anche Lui da sempre vicino all’opera del maestro Cicognini”.

 Il Centro Studi Nazionale Cresnac intitolato al celebre compositore abruzzese, è nato nel 2011 per volontà del maestro Davide Cavuti. Il progetto ha coinvolto molte stelle del cinema e della cultura tra cui i “Premi Oscar” Luis Enriquez Bacalov, Ennio Morricone, gli attori Michele Placido, Sergio Rubini, Ugo Pagliai, Lino Guanciale, Edoardo Siravo, Pino Ammendola, i compositori cinematografici Umberto Scipione, Stelvio Cipriani, e gli indimenticati Giorgio Albertazzi e Pasquale Squitieri che hanno offerto la loro collaborazione per divulgare l’opera di un indimenticabile figlio della nostra terra.

 Alessandro Cicognini, simbolo della musica cinematografica del neorealismo e autore di opere sinfoniche e liriche, ha composto oltre trecento colonne sonore. Nato in Abruzzo nel 1906, mantenne la sua residenza a Francavilla al Mare fino agli anni ’80, nella villa “La Romita” di fronte al Convento di Francesco Paolo Michetti. Scrisse le colonne sonore dei film dei maggiori registi del suo tempo quali Vittorio De Sica, Alessandro Blasetti, Mario Camerini, Luigi Comencini, Steno, Mario Monicelli. Dopo aver composto le musiche di molti capolavori cinematografici del regista Alessandro Blasetti, instaurò una lunga e proficua collaborazione con il regista Vittorio De Sica, firmando le musiche di Sciuscià, Ladri di biciclette, L’oro di Napoli, Miracolo a Milano, Umberto D., Il tetto, Il giudizio universale e tanti altri.

 Le sue note hanno arricchito film che hanno scritto la storia del grande schermo in Italia con protagonisti gli attori Gino Cervi, Fernandel, Peppino De Filippo, Totò, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anthony Queen, Kirk Douglas, Clark Gable, Jennifer Jones, Montgomery Clift, Katharine Hepburne e molti altri per opere quali Peccato che sia una canaglia, Ulisse, Guardie e ladri, Don Camillo, Pane amore e fantasia, ecc. Ad Hollywood il Maestro Cicognini lavorò nei film Amami… e non giocare con la regia di Ken Annakin, Orchidea nera, diretto da Martin Ritt ed interpretato da Sophia Loren; Tempo d’Estate (1955) con Katharine Hepburn, per la regia di David Lean e nel 1960 per La baia di Napoli, con Clark Gable nel ruolo di protagonista. A fine anni ’60 abbandonò il mondo della celluloide, e, in polemica con le nuove produzioni cinematografiche del tempo, si liberò di tutti i suoi spartiti gettandoli nel fiume Aniene.