Farindola, ritrovato importante reperto storico

reperto_farindolaFarindola. Un pregevole anello-sigillo in oro con iscrizione è stato rinvenuto a Farindola. L’oggetto è stato rinvenuto tra i resti di una villa romana emersa durante i lavori abusivi per la costruzione di un fabbricato. L’importante reperto archeologico è stato recuperato grazie alla collaborazione del Comandante Massimiliano Di Pietro e dei Marescialli Columbaro e Lattanzio della Stazione Carabinieri di Penne,  che a settembre scorso hanno aiutato Andrea Staffa, Funzionario della Soprintedenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, nell’intervento di tutela a salvaguardia dei resti della villa romana. L’abitazione era stata in parte danneggiata perché i lavori di realizzazione del fabbricato non avevano ottenuto il parere preventivo della Soprintendenza, che aveva sequestrato del cantiere.

Il castone di anello-sigillo in oro raffigura  un gambero di fiume rinvenuto proprio nell’area della villa, in particolare sul margine della grande cisterna. L’oggetto reca sul fronte e sul retro i nomi della coppia di proprietari, Iunius AuriclianusRectina, schiava di un Petronius, forse moglie e marito. La grafia delle lettere data l’oggetto ad epoca tardo-antica (secoli IV-V d.C.). Si ipotizza che i due personaggi dell’anello  fossero i conduttori o proprietari della villa e che forse nella grande vasca della cisterna si allevassero proprio i gamberi.

L’eccezionale reperto documenta inoltre le fasi tardo-antiche di una grande villa del territorio dei Vestini rimasta abitata sin quasi verso la fine dell’Impero Romano, ad evidente testimonianza dell’importanza anche economica di questa zona ancora in quest’epoca così tarda.

 

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