Chieti, l’arcivescovo Forte consegna alla Soprintendenza copia dell’inventario informatizzato dei Beni Storici Artistici dell’Arcidiocesi VIDEO

Chieti. Questa mattina nei locali della Curia arcivescovile di Chieti, l’arcivescovo Bruno Forte ha consegnato ad Anna Colangelo, funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo, copia completa dell’Inventario informatizzato dei Beni Storici Artistici dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, frutto del lavoro decennale di schedatura dell’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali Ecclesiastici.

 “Siamo convinti che la custodia del patrimonio artistico , in questo caso dei beni mobili dell’Arcidiocesi, sia un servizio per la conoscenza di questi beni e la loro visione che possono riguardare non solo la comunità ecclesiale ma anche quella civile, fa quindi accrescere tutti in questo senso – ha sottolineato l’arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto, Bruno Forte – la collaborazione con la Soprintendenza è stata preziosa e fondamentale, ad essa ed al Cei deve andare la gratitudine non solo nostra ma di tutta la comunità ecclesiale e civile. Valorizzare, preservare e rendere fruibile questo materiale a chi fa ricerche con competenza e può trarre spunto. È sempre dalla comprensione del passato che si può capire il presente. Il merito di questo lavoro va a Liberato Scioli e a chi ha lavorato assiduamente per questo progetto e lo ha sostenuto come la Soprintendenza, il Cei e la Diocesi. Uno dei tanti beni culturali che ha un valore inestimabile è il capolavoro della miniatura fiorentina che è un’opera che da sola vale tantissimo. quando il restauro di questa opera sarà ultimato, sarà finalmente a disposizione del pubblico”.

 Sono stati inventariati 16328 beni mobili, attualmente messi a disposizione dei parroci in quanto legali rappresentanti dei vari enti ecclesiastici. Essi possono attraverso una personale password, accedere alla Banca Dati della CEI e verificare, in tempo reale, i beni dichiarati di valore storico-artistico e quindi inalienabili. Tale inventariazione permette nei momenti di sconvolgimento naturale, come i terremoti, di avere notizie dettagliate sui beni conservati nei singoli edifici sacri, favorendone il recupero e la tutela.

 “Non si può ovviamente valorizzare ciò che non si conosce – ha affermato la funzionaria della Soprintendenza, Anna Colangelo – quindi è fondamentale questa campagna di catalogazione che la Soprintendenza ha avviato già una trentina di anni fa ed ha messo a disposizione questa prima battuta sul territorio con le opere diocesane, dopodiché c’è stato un approfondimento ulteriore da parte delle diverse Diocesi ed oggi l’Arcidiocesi di Chieti offre uno studio di lavoro e di tutela alla cittadinanza ma anche a noi funzionari della Soprintendenza. C’è la necessità, anche in un momento di calamità, di tenere presente ciò che va tutelato e che va anche trasferito nel momento in cui un contenitore non è più in grado di garantire la conservazione di un bene, lo spostamento è molto importante nell’opera di tutela”.

 La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie al contributo finanziario messo a disposizione dall’economato dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e cofinanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana.

 “Ci sono tante opere legate alle sculture come pitture, quadri in olio,calici e tutto ciò che riguarda i suppellettili e tutto ciò che riguarda i quadri liturgici – ha spiegato Giuseppe Liberatoscioli, direttore dei Beni Ecclesiastici della Curia – è un patrimonio che parte dal 1200 e va a finire al periodo attuale. A fasi alterne ma è un percorso che nella fase iniziale ha risentito di una certa lentezza ance nell’impostazione che si andava a dare, poi sono cambiati anche i riferimenti che ci sono stati richiesti. Quindi abbiamo dovuto selezionare meglio il personale che doveva schedare, le foto erano tutte a colori e digitalizzate, in buona risoluzione. Oggi si può dire che queste 26 mila schede ed oltre sono una base possente di quello che è il patrimonio della Diocesi di Chieti-Vasto ed è di proprietà di questi 159 Enti ecclesiastici che sono in gran parte le parrocchie”.

Francesco Rapino

 

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