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Atri, ricerca porta alla luce inventario dei beni di Troiano Acquaviva

Atri. Una straordinaria scoperta, dal valore storico importantissimo, è stata effettuata dal professor Roberto Ricci della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea.

 

Da una attività di ricerca meticolosa e attenta durata ormai anni è emerso l’inventario dei beni del Cardinale Troiano Acquaviva, che segue il suo testamento del 1747, contenente l’elenco dettagliato di quadri, libri, cristalli e altri preziosissimi oggetti d’arte di sua proprietà. Gli esecutori testamentari, come si legge dal documento, sono stati i cardinali Gioacchino Ferdinando Portocarrero e Tommaso Ruffo, alla presenza del Duca d’Atri Rodolfo Acquaviva e di Isabella Acquaviva. Più di mille pagine dalle quali possono essere reperite informazioni preziosissime, da studiare e da approfondire. Tra i quadri sono elencate opere di Caravaggio, Luca Giordano, Rubens, Tintoretto, Tiziano, il Perugino, Velasquez, Mantegna e Ghirlandaio, di quest’ultimo si fa riferimento a “Flagellazione di Nostro Signore” opera presente nel Museo Capitolare. Da verificare se si tratti della stessa opera o se è a essa in qualche modo riconducibile. L’elenco include anche il vasto patrimonio librario che conservava, tra l’altro, due copie de “La Scienza Nova” di Giambattista Vico, opera che vide ancora la luce nel 1744 grazie proprio al cardinale. Un ritrovamento che apre nuovi scenari e nuovi interrogativi sulla famiglia atriana e che verranno presto approfonditi nel corso di un seminario di studio ad Atri.

“Questo inventario – spiega il professor Ricci – risale al 2017 e in queste ultime settimane, grazie all’analisi di altri documenti del Cardinale trovati tra Italia e Spagna che ne aiutato pienamente la comprensione, ho ritenuto opportuno renderlo nota. Ovviamente presto organizzeremo ad Atri un incontro di studio con studiosi e ricercatori sull’opera del cardinale Troiano Acquaviva e la sua corte a palazzo di Spagna a Roma per meglio analizzare quanto emerge da questo inventario che fu fatto fare dagli esecutori testamentari e dagli eredi congiunti del Cardinale nel 1747 nella stessa Ambasciata di Spagna. Un elenco da approfondire e studiare bene che sicuramente svelerà ulteriori tasselli di questa prestigiosa famiglia dell’antica nobiltà italiana e anche aspetti finora sconosciuti della sua corte attraverso opere, testi e preziosità dell’epoca”.

“Questa scoperta ha dell’incredibile – commenta l’Assessore alla Cultura del Comune di Atri, Domenico Felicione – quando mi è stata riferita dal Professor Ricci ne ho immediatamente colto il valore e auspico davvero che presto nella città di Atri sia possibile organizzare in incontro sul tema per divulgarne i contenuti e meglio comprenderli alla presenza di validi esperti che, oltre alla professionalità e all’esperienza di Ricci, che ringrazio profondamente per il suo prezioso lavoro, sapranno restituire una lettura completa del valore storico che l’inventario ha insito in sé”.