Atri, grande successo per ‘Stills of Peace’: rassegna dedicata all’arte e alla cultura del Marocco

Atri. Diecimila visitatori per la rassegna promossa ad Atri dalla Fondazione Aria, che annuncia le date e il Paese che sarà raccontato nella prossima edizione.

 

Si è conclusa il 2 settembre ad Atri, la V edizione di Stills of Peace and Everyday Life, progetto internazionale della Fondazione Aria, finalizzato a costruire una connessione tra l’Italia e le diverse culture nel mondo.

“Importanti i numeri che hanno sancito il successo della rassegna: 10.000 i visitatori che hanno affollato le mostre che compongono il progetto, 500 i partecipanti alla rassegna CineMorocco”, ha annunciato nel corso dell’evento di chiusura l’Assessore alla Cultura del Comune di Atri Domenico Felicione. Quest’anno la manifestazione si arricchita della presenza dell’Ambasciatore del Marocco in Italia, Sua Eccellenza Hassan Abouyoub,  il quale ha ricordato i tanti elementi in comune tra i due Paesi e raccontato le tradizioni del Marocco.

Dopo aver creato un saldo gemellaggio con Pakistan, Spagna, Francia, Cina, infatti, Stills of Peace ha incontrato nel 2018 l’arte e la cultura del Marocco, un paese dai mille colori e dalle mille sfaccettature che, sin dai tempi delle Repubbliche Marinare, ha sempre avuto importanti relazioni e scambi sia commerciali che culturali con l’Italia.

“Stills of Peace è ormai una manifestazione di punta per il Comune di Atri. Su questo progetto ci sono grandi idee, perché può rappresentare per il prossimo futuro una grande opportunità per la città diventando addirittura un festival”, ha commentato il Sindaco di Atri Piergiorgio Ferretti.

“Questo progetto ha la finalità di avvicinare i popoli. Noi pensiamo che il dialogo, anche se faticoso e impegnativo, ha delle componenti di allegria e di cultura, che è poi il nostro motivo di esistere. Noi popoli del Mediterraneo facciamo tutti parte di una storia unica, che è l’eredità greco romana e che è il fondamento della nostra civiltà, la civiltà Occidentale”, ha commentato il Presidente della Fondazione Aria, Alessandro Di Loreto.

Un messaggio di pace, quello proposto da Stills of Peace, che annuncia inoltre le date e il nuovo Paese con cui si innescheranno collaborazioni, programmi, mostre e appuntamenti: la rassegna, hanno annunciato il Sindaco di Atri e il Presidente di Fondazione Aria in maniera congiunta, inaugurerà infatti dal 6 all’8 luglio 2019 e racconterà l’IRAN. Il progetto sarà costruito in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo.

L’edizione 2018 ha presentato le mostre “Materia Prima” di Fatiha Zemmouri, a cura di Paolo De Grandis con il coordinamento di Carlotta Scarpa, PDG Arte Communications, in collaborazione con Galery38 di Casablanca e “Infinitamente” di Alberto Di Fabio, a cura di Antonio Zimarino. Inoltre “Amazigh: Berberi del Marocco” di Luciano D’Angelo a cura di Sandra Fiore presso il Museo Archeologico di Atri, e di ‘Come una magia’ di Paolo Dell’Elce nell’ambito del progetto Stills of Peace for Children patrocinato dall’Unicef.
La quinta edizione di SoP ha inoltre coinvolto anche un’altra sede, lo splendido Museo Barbella di Chieti. Non è mancato, come di consueto, l’appuntamento con il cinema in lingua originale con sottotitoli in italiano: la rassegna, a cura di Pino Bruni, CineMorocco, che ha preso il nome dal film Morocco, con Marlene Dietrich e Gary Cooper, che ha chiuso lo scorso 2 settembre il programma di mostre e iniziative nell’ambito di Stills of Peace.

La V edizione di Stills of Peace è inoltre raccontata dall’omonimo catalogo, edito dalla delloiacono edizioni, una sintesi, ricca di contributi critici e di spunti di riflessione, di tutto il progetto. Sfogliandone le 120 pagine si possono leggere i contributi dei curatori delle mostre, da Paolo de Grandis che descrive il lavoro delle artiste marocchine Fathiya Tahiri e Fatiha Zemmouri, ad Antonio Zimarino che analizza le opere di Alberto Di Fabio, fino a Sandra Fiore che guida il lettore nell’affascinante mondo dei Berberi, immortalato dagli scatti di Luciano D’Angelo.

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