Covid, studenti distatti in DaD: l’indagine dell’Università dell’Aquila

Più distratti e con risultati meno brillanti: questi gli effetti della didattica a distanza sulle performance accademiche di un campioni di studenti dell’Università dell’Aquila.

A studiare l’impatto della DaD durante la pandemia da Covid-19 su salute mentale, cognizione sociale e memoria è lo stesso ateneo, in un’indagine i cui risultati vengono illustrati dal Centro Regionale di Studi e ricerche economico sociali d’Abruzzo (Cresa).

All’indagine – un questionario disponibile online dal 15 luglio al 30 settembre 2020 – hanno preso parte 203 studenti, di cui 155 donne (76,4%) e 48 uomini (23,6%) con età media di 24,3 anni. Più del 50% degli studenti del campione era iscritto al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, quasi il 20% era fuori corso, più dell’80% fuori sede e il 16,7% era composto da studenti lavoratori.
Tra le difficoltà tecniche percepite dagli studenti durante la DaD, emerge la necessità di condividere una rete Wi-Fi con altri familiari o amici (20,2%) e problemi di connessione (16,7%). Più del 55% del campione ha segnalato una significativa riduzione della concentrazione e delle capacità di apprendimento con la frequenza delle lezioni online. Tra questi, l’81,5% attribuiva tale difficoltà ad una mancanza di interazione con altri colleghi. Inoltre, il 68,4% si lamentava della difficoltà di trovare uno “spazio tranquillo” in casa.

A causa del cambio di abitudini legate al lockdown, molti studenti hanno riportato difficoltà nella preparazione degli esami in quanto distratti dall’eccessiva familiarità dell’ambiente domestico. Di conseguenza anche le prestazioni accademiche ne hanno risentito tanto che il 24,6% degli studenti ha avuto difficoltà nella programmazione degli esami e il 21,8% ha ottenuto votazioni significativamente inferiori rispetto a quelle dell’anno accademico precedente. Più del 15% ha avuto molte difficoltà a superare gli esami e il 12,3% ha osservato una diminuzione del numero degli esami superati.

 

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