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A Chieti la mostra Il Mondiale nel Pallone

Chieti. L’associazione di volontariato onlus Erga Omnes di Chieti, grazie alla gentile concessione di un appassionato collezionista abruzzese, Renato Mariotti di Loreto Aprutino, in occasione dei mondiali di calcio 2014, che si svolgeranno in Brasile dal 12 giugno al 13 luglio, allestisce una mostra nello Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo a Chieti, ad ingresso libero.

Renato Mariotti, dall’età di otto anni, ha giocato a calcio nel ruolo di portiere e nei primi anni ‘80 ha avuto una piccola parentesi professionistica alla Chieti Calcio del Mister Tom Rosati e del direttore sportivo Armando Di Bernardo.
La mostra dal titolo “Il Mondiale nel Pallone”, a cura del presidente di Erga Omnes, Pasquale Elia,  attraverso l’esposizione di palloni, scarpe da calcio e giornali sportivi, ripercorre la storia dei Mondiali partendo da quelli disputati nel 1930 in Uruguay fino all’ultimo mondiale del 2010 in Sud Africa. In mostra anche il primo pallone di fine ‘800 con il quale è stata disputata la prima partita internazionale Inghilterra – Scozia (1872) e con il quale il Genoa ha giocato le sue partite d’esordio.
La storia del calcio viene rappresentata anche attraverso le sue curiosità, come ad esempio la vicenda dei fratelli Adolf e Rudolf Dassler: nella collezione di Renato Mariotti c’è infatti la prima scarpa da loro prodotta nel 1925, antecedente al loro diverbio e divisione in Puma ed Adidas.
In collezione anche un’altra curiosità legata al primo mondiale del 1930, ossia i due differenti palloni con i quali vennero giocati i due tempi della prima partita: l’arbitro designato, il belga Jean Langenus, ad inizio incontro risolse infatti così il bizzarro litigio per il quale ciascuna squadra voleva giocare con il proprio pallone da calcio.
“Ringrazio la Fondazione Carichieti, il Comune e la Camera di Comercio – ha detto il presidente di Erga Omnes Pasquale Elia – che hanno dato subito la loro disponibilità alla realizzazione di questa mostra. Grazie ai cimeli di Renato siamo riusciti ad allestire una bella mostra, a questo proposito importante è stato l’appoggio della Fondazione. Ringrazio l’assessore Giampietro sia in qualità di rappresentante del Comune che come amico. La mostra ha una valenza sociale molto forte”.
“L’iniziativa la trovo molto importante – ha aggiunto l’assessore comunale di Chieti, Giuseppe Giampietro – PasqualeElia, con il quale ci lega una grande amicizia, mi ha proposto questo evento. Le attenzioni su questa mostra le avverto in giro e non solo in città. Oltre all’aspetto calcistico c’è l’aspetto sociale perché vengono coinvolte associazioni molto importanti. Ringrazio la Fondazione Carichieti , sono veramente soddisfatto di quello che ne è venuto fuori, sono sicuro che l’evento avrà un grandissimo successo. Questa iniziativa si sviluppa qui a Chieti ma si tratta di un evento nazionale”.
La motivazione che ha dato origine a questa mostra è più profonda di una semplice passione per l’esaltazione del calcio attraverso l’esposizione dei suoi cimeli. E’ la storia di un “Pallone” che riporta in primo piano problematiche sociali delle più svariate provocando, inevitabilmente, una riflessione sullo sperpero di denaro e sullo show mediatico che fanno da cornice ad ogni Mondiale di Calcio. L’intento di questa mostra quindi, non è solo quella di ripercorrere la storia dei Mondiali e l’evoluzione del Pallone negli anni, ma di proporre alle nuove generazioni, alle nuove leve calcistiche, una diversa prospettiva del “giuoco del calcio”, in un’ottica non più condizionata dalla spettacolarizzazione dei riflettori mediatici. Quindi, ciò che il Commissario Tecnico della Nazionale nei Mondiali del ’34 e del ’38, Vittorio Pozzo, tanto sperava: “…dare alla gioventù sportiva di oggi l’esempio alto di coloro che allo Sport e alla Bandiera dettero il cuore…” .
La mostra ha avuto il patrocinio morale dell’Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica): giugno è il mese mondiale della lotta alla Sla e la Nazionale italiana di calcio sostiene la ricerca sulla Sla.
L’iniziativa ha avuto la collaborazione del Csi (Centro Sportivo Italiano) Comitato Provinciale di Chieti e di Edizioni Palumbi di Teramo.
Si ringrazia la Fondazione Carichieti che, nonostante i tempi ristretti, è riuscita ad allestire la mostra ed a garantire lo spazio gratuito per l’esposizione, oltre ad offrire personale e competenze.
Un ringraziamento va, inoltre, alla Camera di Commercio di Chieti per il patrocinio ed al Comune di Chieti per il patrocinio e la collaborazione. L’inaugurazione della mostra avverrà domani, giovedì 12 giugno, alle ore 18 nello Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo, Corso Marrucino, 121 – Chieti. La mostra sarà aperta dal 12 giugno al 13 luglio. Gli orari di apertura per il mese di giugno: da martedì a venerdì 10-13, sabato e domenica 10-13 / 16-20; per il mese di luglio: da martedì a domenica dalle 19 alle 23. L’ingresso è libero.
“Questa è una cosa venuta fuori con il calcio vissuto – ha commentato Renato Mariotti – come diceva Tosatti ‘Il calcio non va visto ma va vissuto’. Sono dirigente di una società dilettantistica di Loreto e sono amante del calcio dilettantistico. Spesso mi sono chiesto perché faccio calcio in questo modo. La prima cosa che mi viene in mente è che sono stato un portiere di calcio, noi portieri siamo considerati come pazzi, invece siamo particolari. I Mondiali si sono interrotti nel ’38 per la Seconda Guerra Mondiale e sono ripresi nel ’50. C’era il pallone di pezza che aveva l’esigenza di rievocare il senso della solidarietà e dello spirito di gruppo: questa era l’esigenza di fine ‘800 ed è l’esigenza che abbiamo oggi. Si è cercata la massima sferità del pallone per avere delle prestazioni eccezionali cercando di dare maggiore spettacolarità. Anche a noi giocatori ci hanno dato scarpini leggeri ed elastici, ma questo a noi non interessa perché c’era il pallone di pezza. Noi dobbiamo combattere per riportare i valori dello sport ed in questo le Istituzioni hanno un ruolo importantissimo. Tra le associazioni ci si deve aiutare e ci si deve far conoscere. Ringrazio la Camera di Commercio. Questa cosa è nata intorno al 2002 quando ho conosciuto i palloni dell’Adidas che sono diventati i palloni dei Mondiali dal 1970, prima non c’erano palloni sponsorizzati, allora mi è venuta la curiosità e mi sono iniziato a documentare su com’erano i palloni prima. Mi sono iniziato a scambiare messaggi, mail ed opinioni, ed è nata in me questa passione per il collezionismo di questi materiali”.
Francesco Rapino