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Concerto dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese in ricordo di Carlo Sanvitale

Ortona. Nell’ambito delle celebrazioni verdiane che l’istituto tributa al genio di Busseto nel bicentenario della nascita, domenica 1° dicembre alle 18.00, nel Teatro Comunale “F.P. Tosti”, in collaborazione con l’Ass. Amici della Musica “G. Albanese” di Ortona, si terrà un concerto degli archi dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese intitolato “I Suoni del Sacro”, diretti da Massimo Martinelli, nell’esecuzione del celebre Stabat Mater (1735) di G.B. Pergolesi per soprano, contralto, orchestra d’archi e basso continuo e del meno noto, ma altrettanto suggestivo Stabat Mater (1781) di L. Boccherini, nella prima versione per soprano ed orchestra d’archi. Soliste il soprano Valentina Mastrangelo e il mezzosoprano Jurgita Adamonyte.

Il concerto è dedicato al ricordo di Carlo Sanvitale, “uno di quegli uomini che, come pochi”, dichiara Francesco Sanvitale, che con Carlo ha collaborato per anni a progetti comuni, “aveva il senso della cultura come servizio sociale e come mezzo per la crescita di una comunità. Il suo disinteresse personale era proverbiale, vivendo l’organizzazione culturale con la stessa ‘sacralità’ del suo impegno nel sociale, portando avanti una visione organica e complessiva della cultura che viveva come progetto in continua evoluzione. Sul versante della musica coi suoi ‘Amici della Musica’ permise ad Ortona di avere una regolare stagione sinfonica e da camera, collegandosi con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, I Solisti Aquilani, la Società Aquilana dei Concerti ‘B. Barattelli’ ed offrendo un palcoscenico ai giovani ortonesi di talento. Coinvolgendomi in queste attività, insieme al compianto Tommaso Caraceni, fece nascere l’idea dell’Istituto Tostiano. Come consigliere comunale fu sempre in prima linea ad imporre quasi una visione della cultura non provinciale ma che aprisse Ortona al mondo e viceversa. E così fece come consigliere di amministrazione dell’Istituto Nazionale Tostiano. Per Ortona è una perdita senza speranza reale di sostituirlo. Il suo esempio è un valore che spetterà a noi, forse indegnamente rimasti, coltivare, nell’impegno che i suoi sforzi portati, avanti anche con non lievi problemi di salute, non siano stati vani. Aver lavorato con lui è stato un onore, averlo perduto lascia un vuoto senza fine”.