“Mi sono trovato benissimo – ha detto Matteo Branciamore – è una regione stupenda, con il gruppo ci siamo divertiti tantissimo. È un bel corto, riuscito, l’ho trovato molto interessante. La nuova serie de I Cesaroni? Dovrebbe partire tra un po’ anche se non so niente di com’è la situazione e di come si evolverà, negli anni si è formato un bel gruppo, è come una famiglia”.
“Quello dell’attore, così come quello del regista, è un lavoro difficile – ha esordito il regista Pierluigi Di Lallo, rivolgendosi ai giovani del Liceo Classico G.B.Vico – il lavoro nel cinema e nello spettacolo in generale non si improvvisa; serve impegno, dedizione e studio”. Laura Freddi, invece, in un inedito ruolo nel grande schermo, ha messo in rilievo le difficoltà iniziali a “non guardare il video”, che nella tv è invece un obbligo. L’attenzione di tutti, regista e attori, l’hanno portata ad entrare subito nella parte. Marco Papa, noto cabarettista abruzzese, ha ringraziato il regista e la produzione per l’opportunità, cesellando di simpatiche battute la presentazione e il dialogo con i giornalisti e i liceali.
Il corto, una commedia brillante sul tema delle relazioni tra uomo e donna, è stato presentato ad Atessa ieri sera (19 settembre) con grande successo di pubblico; pochi giorni fa al Bovino Film Festival in Puglia ha riscosso molti consensi tra il pubblico sia per il ruolo inedito di Matteo Branciamore, che duetta con un esilarante Riccardo Graziosi, sia per le splendide location abruzzesi dalla costa dei trabocchi con il locale Trabocco Pesce Palombo di Rocca San Giovanni, il centro storico del comune di Atessa, il Castello di Semivicoli e la cantina Masciarelli.
Il presidente della Camera di Commercio di Chieti, Silvio Di Lorenzo, nel ringraziare il cast e la produzione per aver scelto la provincia di Chieti come location del cortometraggio, ha invitato a continuare in questa azione di promozione e comunicazione che fa grande l’Abruzzo.
“Questo – ha spiegato l’attrice del corto con importanti trascorsi teatrali Emy Bergamo – è stato un lavoro completamente diverso, io ho fatto molto teatro dove tutto è ampliato. Invece nel cinema si ha una telecamera fissa davanti e bisogna avere un grandissimo controllo dei movimenti di ogni singola parte del corpo. Chi viene dal teatro sicuramente non è avvantaggiato perché deve togliere. Nel cortometraggio c’è una contrapposizione tra gli uomini che la vedono in un modo e le donne in un altro. Questo cortometraggio è simpatico perché è brillante, fa ridere e nello stesso tempo c’ la riflessione con un finale brillante che coglie di sorpresa il pubblico che si era lasciato prendere dal momento riflessivo. Mandare un messaggio alla gente facendola pensare penso che sia un sistema che dovremmo adottare tutti. Spesso le commedie sono frivole, non hanno un momento di riflessione, invece dare queste sfaccettature sarebbe fondamentale”.
Francesco Rapino