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A colloquio con Massimo Gramellini, autore di ‘Fai bei sogni’

Il distacco duro, o improvviso, da un grande affetto può procurare le sensazioni più dolorose e allo tesso tempo più imprevedibili che possano esistere. Questo concetto è valido ancor di più se ad essere coinvolti in questo dramma è un bambino. Magari un bambino che perde la propria mamma in maniera impensata e violenta. 

Fai bei sogni (Longanesi) del giornalista e vicedirettore de La Stampa, Massimo Gramellini è il racconto della propria vita. Di un dolore immenso celato in una busta rimasta sigillata per quarant’anni. Lo scrittore ripercorre in questo libro la propria esistenza, che ha condiviso con il timore più grande. La paura di vivere. Il libro è già un best seller nel nostro Paese, ha emozionato e coinvolto per la sua immediatezza e la trasparenza delle suggestioni che riesce a trasmettere. Gramellini è un volto noto anche della TV, essendo ospite fisso nella trasmissione Che tempo che fa su RAITRE con Fabio Fazio. Tra i suoi romanzi più popolari ricordiamo: Cuori allo specchio (2008)L’ultima riga delle favole (2010).

-Nel suo ultimo successo editoriale “Fai bei sogni” lei racconta la sua vita, con coraggio e sensibilità. Quel coraggio che apparentemente le è sempre mancato, dalla perdita di sua madre. Con quella forza che probabilmente, solo l’amore  può regalare. Non ho fatto nulla di speciale. Avevo una storia interessante da raccontare e l’ho scritta: un po’ per liberarmene e un po’ per poter dare un messaggio, anzi un massaggio, di speranza: anche le vite che partono ad handicap possono trovare un riscatto.

-La nostra società enfatizza il mito del “super io”. Quanto davvero la capacità di reagire alle tristezze, alle sconfitte e alla perdite che ciascuno di noi attraversa nel corso dell’esistenza possono essere risolte, senza qualcuno che ci aiuti ad affrontarle? Le ferite della vita sono un’occasione per evolvere. Ti obbligano a risvegliare parti sconosciute di te stesso. L’aiuto degli altri è fondamentale, ma non basta. Sei tu che devi trovare dentro di te la forza di reagire con l’accettazione della sfida invece che con la fuga.

-Uno dei passi che più ha colpito del suo bel libro è quando afferma che non essere amati è una sofferenza grande, ma non la maggiore in assoluto. Lei dice che: non essere amati più è la più grande… Non essere amati più significa essere stati assaggiati e poi scartati. E’ un attacco pesante alla tua autostima. Le sofferenze maggiori non vengono mai dai rifiuti, ma dagli abbandoni.

-Lei crede che oggi la gente abbia più bisogno di sognare o di sentirsi amati? Cosa manca davvero a questo nostro modo di vivere? Per tanto tempo ho pensato che la felicità consistesse nell’essere amati. Eppure ogni volta che ero amato non ero felice. Adesso ne ho capito il motivo. La vera felicità non viene dall’essere amati, ma dall’amare. Come scrive Platone nel Simposio, il più straordinario trattato sull’amore mai concepito, Eros è un demone meraviglioso che non abita nella persona amata, ma nell’amante.

Fai bei sogni è un libro audace che mette a nudo la sua personalità, questo i lettori lo hanno capito e credo che glielo dimostrino con il loro affetto, come lei testimonia anche nel testo. Perché secondo lei, a parte in rare occasioni, si tende sempre a nascondersi dalle verità? Le risponderò con le parole del libro. “Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi”.