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Francavilla, ‘Fantasmi di luce’: mostra per il settantennale del Premio Michetti VIDEO

Francavilla al Mare. Il 16 dicembre 2017 alle ore 17 inaugurerà presso la Sala delle Tele del Museo Michetti (MuMi) di Francavilla al Mare, la mostra “Fantasmi di luce – Estetiche visionarie da Michetti al presente”.

“La Fondazione Michetti ha nuova vita da qualche mese a questa parte – ha esordito il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani – questa nuova vita gli viene conferita dal nuovo presidente, il professor Carlo Tatasciore, che ha un bel compito arduo che è quello di riaprire la Fondazione alla città, alla regione e all’Italia intera ed ha il gravoso compito di risalire una china che sembra un percorso difficile ma non impossibile. Avrà l’appoggio dell’amministrazione di Francavilla e di tutte quelle che sono socie della Fondazione e ci contiamo molto come amministrazione eprchè riteniamo che la Fondazione Michetti debba diventare il vero polo culturale di questa città e non solo. Recentemente, dopo la rinascita di questa Fondazione, c’è stato un contatto con degli eredi dello scultore che pare vogliano consentire al comodato di un’opera molto importante che è l’ultimo ritratto di Francesco Paolo Michetti che probabilmente verrà esposto nei locali della Fondazione nel 2018 e potrà essere ammirato da tutti coloro che lo vorranno. Non abbiamo fatto in tempo a formalizzare la cosa per questa mostra perché è una notizia delle ultime ore, è molto positiva e che mi preme annunciare”.

La mostra, organizzata dalla Fondazione Michetti (la prima realizzata sotto la Presidenza di Carlo Tatasciore) con il sostegno del Comune di Francavilla al Mare, intende celebrare il 70° anniversario del Premio Michetti (1947-2017), istituito – come la Fondazione omonima – per onorare la memoria del grande pittore Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria, Pescara, 1851- Francavilla al Mare, 1929), e che è la più longeva manifestazione artistica dopo la Biennale di Venezia.

L’esposizione – ideata e curata da Silvia Pegoraro – coinvolge una sessantina di artisti, a partire proprio da F.P. Michetti (le cui splendide ed enormi tele Le serpi e Gli storpi (1900) sono permanentemente esposte presso il MuMi) per arrivare ad artisti delle giovani generazioni, passando attraverso celebri maestri storici (tra cui lo stesso Michetti, De Chirico, De Pisis, Guttuso, Matta, Attardi, Pirandello, Vespignani, Guccione, Schifano, Ceroli, Chia) e artisti di grande spessore legati al territorio abruzzese, quali Gigino Falconi e Giuseppe Fiducia, prematuramente scomparso nel 2011, in omaggio del quale è esposta la grande e suggestiva tela Neglecta dilùcula (1999-2003).

“Ringrazio Silvia Pegoraro che ha supportato questa iniziativa in tutti sensi – ha detto il presidente della Fondazione Michetti, Carlo Tatasciore – era difficile in poco tempo organizzare una mostra e si capisce che c’è un’impostazione critica ben precisa, questo significa che non ha semplicemente lavorato per farci piacere, ma ha sviluppato un’idea critica che è sempre qualcosa positiva quando si fanno le mostre, è un argomento molto dibattuto. Dal mio punto di vista sono molto realista, non mi faccio grandi illusioni, so che i problemi ci sono, ci sono sempre stati in Fondazione. Questi 70 anni sono passati non solo all’insegna della gloria, ma ha avuto anche in tempi particolari le sue difficoltà, per esempio si può vedere la presenza del ’68, le mostre successive sono diverse, per un periodo non si è chiamato più ‘Premio Michetti’ ma ‘Mostra di pittura’, poi hanno fatto anche dei tentativi di internazionalizzazione. Per quanto riguarda questa mostra sono molto contenti perché siamo riusciti a seguire nel 2017 le indicazioni che venivano innanzitutto della stessa amministrazione comunale, che è molto vicina, quindi perché far passare questo anno senza fare assolutamente nulla? Il Premio richiede un impegno diverso, ci vogliono mesi per organizzarlo, cosa che faremo nel 2018 con l’aiuto di un po’ di tutti. per quanto riguarda il tema c’è il realismo visionario ad unire il Premio Michetti ad un fotografo, Silvia Pegoraro mi ha fatto vedere queste fotografie in cui c’è visionarietà. Mi fa molto piacere e sono lieto di questa iniziativa”.

In mostra oltre ottanta opere, di cui molte inedite, fra le quali spiccano inediti di grande interesse di maestri come Michetti, Guccione, Schifano, Chia ed altri ancora.

“Ci sono tanti importanti opere a partire dal grande ispiratore del Premio Michetti che è appunto il grande artista abruzzese e francavillese perché Michetti era nato a Tocco da Casauria però ha vissuto tanti anni ed è morto a Francavilla, quindi assolutamente possiamo considerarlo un francavillese – ha dichiarato la curatrice della mostra, Silvia Pegoraro – è un grande artistca che in qualche modo è uo dei capostipiti di questa linea di estetica visionaria, la mostra si intitola ‘Fantasmi di luce – Estetiche visionarie da Michetti al presente’ proprio perché Michetti è il capostipite di questa linea di ricerca in cui in qualche modo il realismo come aggancio al reale, alla realtà, raffigurazione, convivono con questo spirito assolutamente fantastico, immaginario che risveglia i fantasmi della mente di noi. Vuole essere un percorso storico attraberso 117 anni da Michetti che era nato nel 1851, si pone a cavallo tra il XIX ed il XX secolo attraverso tutto il XX secolo fino proprio ai giorni nostri con artisti bravi, giovani, emergenti e di grandissimo valore che in qualche modo ognuno continua secondo il suo stile la ricerca inaugurata da questo grande artista abruzzese. Un’altra cosa straordinaria della ricerca di Michetti sta nel fatto che lui si interessa tantissimo alla fotografia, ma non ne coglie il lato più propriamente oggettivo di riproduzione meccanica della realtà, ma il lato visionario-fantastico, si vede dalle due grandi tele custodite nel Museo Michetti che erano state realizzate nell’anno 1900 appositamente per un’esposizione internazionale di Parigi di allora che portano traccia di questa ricerca della fotografia e sono costruite attraverso scorci fotografici, come ha sottolineato un grnde fotografo d’arte che si è impegnato in un percorso di documentazione su queste grandi tele che non esisteva che è Gino Di Paolo, grande fotografo di opere d’arte e non solo”.

Francesco Rapino