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Roseto Opera Prima: l’intervista a Tonino Valerii

Roseto. Si è conclusa ieri a Roseto la 17ª edizione del Roseto Opera Prima, rassegna cinematografica dedicata ai giovani registi italiani. La giuria popolare, presieduta da Mario Moretti, ha premiato con la Rosa D’oro il film Sulla strada di casa del regista romano Emiliano Corapi. La serata è stata arricchita dalla proiezione del film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola in versione restaurata, custodita dall’Istituto cinematografico Lanterna Magica de L’Aquila. Tonino Valerii, direttore artistico della rassegna, si è concesso a CityRumors dichiarandosi soddisfatto e rilasciandoci una breve intervista.

Dagli esordi come aiuto regista di Sergio Leone a direttore artistico nel 2012. Come è cambiato il cinema negli anni?
“Direi, con un certo rammarico, che il cinema è cambiato di molto. Non c’è più la disponibilità, l’amore, l’entusiasmo che avevamo noi. Oggi non c’è più pellicola ma il video nastro e c’è un passo diverso, non è più 24 al secondo ma varia a seconda dei formati. Il cinema è già cambiato. In peggio”.

La crisi economica e culturale ha inciso molto?
“Quella che stiamo subendo oggi è una crisi di trasformazione, non di crescita, che affligge l’intera cinematografia mondiale. In Italia non ci sono più i Monicelli, i De Sica ma siamo avvolti da un’immaturità di linguaggio che pesa molto e non vedo giovani capaci di ristabilire la vecchia genuinità italiana”.

Al giorno d’oggi è più importante il regista o lo sceneggiatore?
“Ormai non ci sono più classificazioni. Ci sono bravi registi che per tutto il film non muovono mai la macchina da presa, come ad esempio, il portoghese Manoel de Oliveira. Yasujiro Ozu, in un suo film, ha fatto solamente un carrello. Ma siamo molto lontani da questi. Oggi abbiamo storie che portano soldi al botteghino. Soprattutto durante le Vacanze di Natale”.

Antonio D’Eugenio