L’Aquila. Il progetto In Albis nasce da un’idea di Vittoria Biasi che, ripercorrendo il portato artistico dell’arte a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, porta in scena un happening di matrice poverista per l’utilizzo del mezzo espressivo: il grano.
Un prodotto della terra che porta sostentamento per l’esistenza, inteso nel senso tradizionale e popolare come: “l’offerta degli dei legata al dono della vita”. Questo nobile cereale matura attraverso germogli bianchi che simboleggiano la “premessa di passaggio ad una vita altra”, il tempo richiesto per il passaggio di stato, da seme a germoglio, è di quaranta giorni e questo è l’arco temporale in cui si compie il rito. Il numero quaranta, nella tradizione cristiana, rimanda alla quaresima indicato come periodo di digiuno ecclesiastico praticato ai fini della preparazione alla celebrazione della Pasqua; la resurrezione di Cristo.
L’ideatrice e curatrice del progetto ha deciso di portare a L’Aquila la quarta edizione di In Albis e di chiamare a raccolta i ragazzi delle scuole medie e superiori, coinvolgendoli direttamente nella pratica artistica piantando loro stessi nelle sezioni di terra il grano e partecipando poi all’allestimento dell’installazione site specific avvenuto ieri pomeriggio sulla scalinata di San Bernardino a L’Aquila. 
L’azione performativa è stata compiuta anche da alcuni artisti che hanno collaborato alla realizzazione del progetto aquilano e sono: Valentina Colella, Franco Fiorillo e Licia Galizia, che hanno aiutato gli alunni a comporre l’opera che ha la forma di mandala e quindi una connotazione circolare, segnata anche dalla presenza di alcune candele, che rimanda al ciclo della vita.
Oggi alle ore 11 è stata ufficialmente inaugurata l’opera collettiva, in un giorno in cui ci si prepara spiritualmente alla celebrazione del terzo anniversario dal sisma del 2009 e questa iniziativa abbraccia sia il significato cristiano della ri-nascita che quello terreno della ri-costruzione.
Il messaggio della Biasi è rivolto ai giovani, vera forza motrice della ricostruzione aquilana, che sono un segnale di speranza in una realtà che ha voglia di ripartire e che quotidianamente tenta con tenacia di rimettere in moto qualcosa che assomigli alla “normalità”.
Paola Marulli
