Una giornata particolare di Scarpati a Chieti

Chieti. Si è fatto attendere per quasi tre mesi dopo l’annullamento causa neve a gennaio, ma finalmente uno degli spettacoli più attesi dal pubblico del Teatro Marrucino di Chieti, “Una giornata particolare” con Giulio Scarpati e Valeria Solarino, andrà in scena domenica 26 e lunedì 27 marzo, alle 21.00, e l’organizzazione prevede il tutto esaurito.

 Lo spettacolo di Ettore Scola e Ruggero Maccari è la magistrale messa in scena di un capolavoro cinematografico del 1977 con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, l’incontro di due anime nella Roma fascista in festa del 6 maggio 1938. Da non perdere l’appuntamento con Giulio Scarpati e Valeria Solarino, un incontro informale domenica alle 18,30 nel foyer del Teatro Marrucino.

UNA GIORNATA PARTICOLARE E’ il 6 maggio del 1938, giorno della visita di Hitler a Roma. In un comprensorio popolare, Antonietta, moglie di un usciere e madre di sei figli, prepara la colazione, sveglia la famiglia, aiuta nei preparativi per la parata. Una volta sola, inavvertitamente, apre la gabbietta del merlo che va a posarsi sul davanzale di un appartamento difronte al suo. Bussa alla porta, ad aprirle è Gabriele, ex annunciatore dell’EIAR che sta preparando la valigia in attesa di andare al confino perché omosessuale. Antonietta, donna ignorante e plagiata dall’affascinante figura di Mussolini, rispecchia in pieno il ruolo di donna del “regime” dedita alla famiglia, succube del marito e “mezzo di produzione” per la macchina bellica. È rapita dal fascino discreto di Gabriele e, inconsapevolmente, tenta di conquistarlo mentre lui è costretto a confessare la sua omosessualità causa anche del suo licenziamento. Mentre la radio continua a trasmettere la radiocronaca dell’incontro tra Hitler e Mussolini, Antonietta e Gabriele si rispecchieranno l’una nell’altro condividendo la solitudine delle loro anime. Gabriele regala ad Antonietta un libro (I tre moschettieri) che rappresenta il simbolo di una speranza ovvero che le donne possano affrancarsi dalla loro condizione di “schiave” in cui erano state relegate dal regime fascista, attraverso la conoscenza e la cultura.

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