Orsogna. E’ uno dei cori folcloristici più antichi d’Italia – a quanto pare il più antico insieme a quello degli Alpini di Trento -, fondato nel 1921 su iniziativa di alcuni appassionati di canto e folclore che frequentavano la “Schola Cantorum” del paese. Ancora oggi è una realtà viva e vivace, ricca della bellezza della sua tradizione, dei suoi canti e danze, delle sue voci: il Coro folcloristico “La Figlia di Jorio” di Orsogna (Chieti) conclude in questi giorni i festeggiamenti per i suoi primi novanta anni con una mostra in corso fino al 6 gennaio 2012 presso il Centro polivalente di piazza Mazzini e con un concerto in programma domani, venerdì 30 dicembre 2011, alle ore 21 nel Teatro Comunale. Un appuntamento che intende celebrare anche i 150 anni dell’unità d’Italia.
“Al gruppo diretto dal maestro Mario Tenaglia – afferma il sindaco, Alessandro D’Alessandro – voglio rivolgere i complimenti e gli auguri dell’intera comunità per avere fatto conoscere il nome e la cultura di Orsogna in tutto il mondo. Ne è testimone la mostra, che racconta per immagini, costumi, trofei, documenti, articoli, video, una storia che è quella di noi tutti, delle nostre famiglie, dei momenti di gioia e di quelli meno allegri”.
Nelle stanze del Centro polivalente si possono infatti ammirare diverse “chicche” per gli appassionati, dal costume tradizionale orsognese usato dai componenti del Coro, agli strumenti che lo accompagnano, come la fisarmonica e la “du botte” (come viene chiamato il bandoneon), a uno stuolo impressionante di coppe targhe pergamene e altri riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo – dagli Stati Uniti all’Argentina, dall’Ungheria al Portogallo a tante altre Nazioni europee e non – in novanta anni di attività.
Un racconto che parte dalla prima formazione diretta nel 1921 da Attilio Bartoletti, passando per i maestri Gino Di Nisio, Settimio Zimarino. Dopo la distruzione della Seconda guerra mondiale ci fu la rinascita con Gaetano Silveri, finché Mario Tenaglia prese in mano il Coro dal 1970, valorizzando le tecniche di esecuzione rispetto alla spontaneità canora e approfondendo la ricerca sulla musica “colta” accanto a quella popolare.
Il nome “La Figlia di Jorio” è ispirato al noto quadro del pittore Francesco Paolo Michetti, il quale ebbe per modella una graziosa contadina orsognese, Giuditta Saraceni (“Za’ Giuditte”), incontrata lungo il tratturo a nord del paese.