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“La seduzione” di Luigi Anolli

L’autore, ordinario di Psicologia della comunicazione all’università di Milano-Bicocca, presenta da un punto di vista psico-sociologico le dinamiche della seduzione, antica arte dalle mille sfaccettature, avvolta nell’aura di mistero che le è propria.

Viene delineato innanzitutto il confine tra amore e seduzione, definendo quest’ultima, nell’ambito della coppia, come quel periodo felice in cui si investe completamente nell’altro, in cui vi è dedizione incondizionata. Si tratta di una fase circoscritta che deve lasciare spazio ad altre forme di attaccamento, in psicologia si parla a tal proposito di periodo critico in cui devono aver luogo certi cambiamenti che prima o dopo sarebbe difficile condurre a termine.  Successivamente, infatti, i due innamorati continueranno comunque ad amarsi, ma in modo differente, non più come all’inizio della storia, quando l’attrazione era talmente forte da provocare le cosiddette “farfalline nello stomaco”. Ma la seduzione allora a cosa serve se col tempo è destinata a far posto ad altri tipi di sentimenti ed emozioni? Secondo l’autore è la porta d’ingresso che consente a due sconosciuti di decidere di mettersi insieme, di entrare in intimità e di convivere per un certo periodo, più o meno lungo a seconda dei vincoli e delle opportunità della situazione, dei vantaggi reciproci, dei valori condivisi, del livello di coinvolgimento e della capacità di tolleranza vicendevole, pur mantenendo ciascuno la propria autonomia e il proprio itinerario di vita.

Interessante è poi sapere come si siano evolute le arti seduttive nel corso dei secoli, partendo dagli albori dell’umanità, sulle tracce della psicologia evoluzionista e quindi chiamando in causa la selezione naturale e gli aspetti biologici che rimandano necessariamente al desiderio sessuale. A questo punto è d’obbligo il riferimento agli ormoni e feromoni.  Non è difficile immaginare quanto sia importante il ruolo biologico-ormonale nel meccanismo di attrazione-seduzione. Il desiderio sessuale scaturisce dal testosterone, dall’attivazione di diverse aree cerebrali fra loro interconnesse e dalla dopamina e ossitocina. Il desiderio e la seduzione, secondo Anolli, si fondano sulla complementarietà, in quanto il partner viene a colmare una mancanza intrinseca legata alla biologia e alla psicologia del proprio genere. Tale situazione di incompletezza vale sia per la coppia eterosessuale che omosessuale, poiché nell’ omosessualità tendono a riprodursi le differenze di genere esistenti tra uomo e donna. Tuttavia, desiderio sessuale e seduzione sono due realtà distinte. Si può avere il primo senza la seconda, nel caso dell’amore mercenario, e la seconda senza il primo, nel caso dell’amore platonico. Per quanto riguarda i feromoni invece, il loro potere seduttivo basato sull’olfatto va a combinarsi con le componenti non solo biologiche ma anche prettamente psicologiche.

Anolli affronta poi il tema dell’effetto novità, il seduttore, così come il sedotto, è infatti fatalmente attratto da tutto ciò che è nuovo, misterioso, sconosciuto, ed evita la routine, ecco perché quando inizia l’abitudine finisce la seduzione in senso stretto. Vi è inoltre l’effetto somiglianza, il detto popolare “chi si somiglia si piglia” risulta avere delle basi sociologiche e dei riscontri empirici di non poco conto.

Nel quarto capitolo viene trattata la tematica “L’arte della seduzione”, focalizzando l’attenzione sui messaggi del corpo, fondamentali per colpire il “bersaglio” anche più efficacemente delle parole, e poi lo sguardo, la mimica facciale, la voce, tutti i gesti e movimenti del corpo, l’esibizione di sé, senza dimenticare però l’efficacia di una buona retorica. Nella seduzione occorre far ricorso a precise strategie comunicative nella selezione di ciò che diciamo e di ciò che evitiamo di dire. D’altra parte, ogni strategia è momentanea e locale. Ciò che va bene per una persona può stonare con un’altra. Dobbiamo giocare le nostra abilità in continuazione.

Si passa quindi ad analizzare brevemente le varie patologie legate alla seduzione. Vi è chi non riesce mai a sedurre, si parla in questo caso di inibizione seduttiva, tipica della persona evitante che rifugge da ogni forma di seduzione perché ha paura di fallire, di essere ridicolizzata, di provare vergogna o di essere respinta. La patologia contraria è invece quella di chi seduce sempre e in ogni circostanza, tipica della persona istrionica, la quale ha un costante bisogno di rassicurazione e di approvazione, uno smodato bisogno di essere costantemente al centro dell’attenzione e soggetta a crisi quando si sente ignorata o semplicemente trascurata.

L’autore si sofferma infine sulla competizione, la gelosia, l’aggressività e violenza sempre con riferimento alla seduzione ed esplora altre tematiche connesse come la menzogna, l’inganno, la manipolazione, ma anche l’amicizia, il tutto in maniera facilmente comprensibile anche da chi non ha molta familiarità con la materia e utilizzando tanti riferimenti bibliografici decisamente interessanti.