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Vino novello: luci ed ombre

Ci siamo, è quasi tempo d’uscita del tanto agognato “vino” novello!

Le virgolette non le ho inserite a caso. Infatti vi siete mai chiesti come mai esce in vendita così presto dato che la vendemmia è stata ultimata da poco ed i relativi tempi di vinificazione richiedono alcuni mesi?

Per avere una degna risposta, dobbiamo iniziare dalle sue origini; infatti, come è avvenuto per molte invenzioni nel corso dei secoli, la casualità è stata determinante per scoprire la macerazione carbonica con la quale è possibile ottenere in tempi brevi un vino, il tutto ad opera dei (soliti) cuginetti francesi che, dopo averci liberato dalle “leggi private” dei nobili e clero (rivoluzione francese) ed aver dato inizio ad una nuova era in cui l’essere umano avrebbe avuto modo di esprimere la propria inventiva e perspicacia (illuminismo), si sono posti il problema della conservazione dell’uva in quanto non esistevano celle frigorifere.

Così, nel 1934 nella stazione scientifica di Narbonne, alcuni ricercatori riempirono una cisterna di grappoli d’uva saturandola con anidride carbonica (quindi in assenza d’ossigeno) e chiudendola ermeticamente; l’uva alla base fu schiacciata e di conseguenza pigiata dal peso di quella sovrastante dando origine ad una fermentazione in assenza d’ossigeno che produsse altro gas costringendo i lieviti indigeni (presenti nella buccia e che servono per innescare la fermentazione) a migrare verso la polpa dell’acino innescando una sorta di fermentazione intracellulare fino ad allora sconosciuta!

Ed ecco la famosa macerazione carbonica con cui si ottiene il novello cioè un vino che si caratterizza per il colore violaceo-vivace (NON rosso rubino) e per i sentori sia al naso che in bocca di fruttato fresco dell’uva in quanto non si sono estratti tannini amari dalle bucce! Per contro, sarà un vino che andrà consumato entro 3-4 mesi, avrà una gradazione alcolica bassa (11-12 gradi circa) e maggiori zuccheri residui (10 grammi per litro in luogo dei classici 2-3 g.).

Potremmo chiudere qui ed augurare buona degustazione invece, dopo le “luci”, ci sono le “ombre”: la legislazione italiana in materia è stata inesistente fino al 1998 (le prime versioni di novello in Italia risalgono al 1970 ad opera di Angelo Gaja) e molto (forse troppo) permissiva per i produttori dal 1999; infatti, la legge prevede che solo il 30% debba essere frutto della macerazione carbonica dell’anno in corso ed il resto può essere vino rosso classico dell’anno precedente!

I nostri cuginetti d’oltralpe, invece, hanno scritto regole chiare molti anni prima ed il famoso Beaujolais Nouveau prodotto nella regione di Beaujolais (nei pressi di Lione) è un A.O.C. (l’equivalente della nostra DOC) è prodotto SOLO con uva Gamay (da noi si può usare qualsiasi vitigno) e dev’essere 100% macerazione carbonica dell’anno in corso inoltre non può essere immesso in vendita prima della terza settimana di novembre (il nostro novello il 30 ottobre) per dar modo al vino di stabilizzarsi ed essere effettivamente pronto per la beva.

Certo, il prezzo di vendita sarà maggiore rispetto al novello italiano ma vale la pena degustarlo almeno una volta; nella mia enoteca potrete trovare entrambi, nella fattispecie il novello della Cascina del Colle di Villamagna in provincia di Chieti (della cui serietà mi sono accertato personalmente) ed il Beaujolais Noveau di Louis Jadot che produce vino “solo” dal 1859 in Borgogna! I costi saranno di circa 5 euro per l’italiano e circa 15 euro per il francese.

Buona riflessione e, dopo, buona degustazione.

Stefano Grilli – Enoteca Saraullo Tortoreto