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Pescara, la Festa dei Nonni

Pescara. “Sono Renato Paesano, storico fondatore della Mensa di San Francesco, e Annamaria Di Bartolomeo, vicepresidente del Gruppo di Volontariato Vincenziano, il nonno e la nonna dell’anno a Pescara, simbolo di tutti quei diversamente giovani che, una volta cessata l’attività lavorativa, continuano a impegnarsi ogni giorno per contribuire alla crescita dei nipoti, per dare un aiuto nel sociale, nel volontariato, continuando a rappresentare, con il proprio operato, un esempio, un modello da seguire per le giovani generazioni”. Lo hanno dichiarato quest’oggi gli assessori alle Politiche sociali Guido Cerolini, alla Pubblica Istruzione Roberto Renzetti e alla Solidarietà Carla Panzino promotori della prima Festa dei Nonni, svoltasi presso l’Auditorium Flaiano, alla presenza di centinaia di nonni in occasione della Festa Nazionale, iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Centro Italiano Femminile (Cif) e con i responsabili dei tre Centri sociali della città, Il Germoglio, Futura e Il Gabbiano. Presente alla manifestazione anche Nicoletta Verì, consigliera regionale e Presidente della V Commissione Sanità e Politiche sociali alla Regione Abruzzo, il Prefetto Vincenzo D’Antuono e il questore Paolo Passamonti.


“Nel 2005 – ha ricordato l’assessore Cerolini dinanzi alla platea – è stata approvata la legge istitutiva della Festa dei Nonni, fissata per il 2 ottobre, il giorno in cui la chiesa celebra gli Angeli Custodi, segno di come i nonni siano considerati figure importanti che devono affiancare i genitori nella crescita dei bambini. A livello nazionale esiste addirittura un premio al nonno e alla nonna d’Italia che Pescara ha voluto ripetere, un premio simbolico in realtà rivolto a tutti i nostri anziani che ogni giorno vivono accanto ai propri nipoti per trasmettere loro la propria esperienza, il proprio sapere, felici anche solo di un sorriso e di un abbraccio. Pescara ha voluto ripercorrere quell’esperienza nazionale proponendo una vera festa con momenti di riflessione alternati a momenti ludici”. Ad aprire la manifestazione è stata la Presidente Verì: “In una società in cui i nostri ragazzi intrattengono rapporti sempre più freddi e asettici c’è un bisogno vitale della presenza dei nonni accanto ai più giovani perché è stato provato scientificamente che dove c’è la presenza del nonno aumenta l’autostima del bambino, perché il nonno dialoga, ascolta, entra in relazione, non ha la dimensione del tempo e dello spazio del genitore, il nonno è complementare alla mamma e al papà nel processo educativo. L’ascolto è tipico del nonno che sa trasmettere la propria esperienza di vita mettendosi nei panni del nipote, assaporando la sua esperienza. Pensiamo che oggi il numero medio di ore che molti bambini trascorrono con i nonni è di circa 36-40 ore settimanali; tanti nonni accudiscono i piccoli dai 0 ai tre anni mentre i genitori lavorano, ricevendo una sorta di delega, che non si traduce con il volersi sostituire alla figura del genitore, ma piuttosto il nonno è colui che colma alcuni spazi di tempo. Ricordiamo che i giovani sono la fiamma, gli anziani sono la luce, e fiamma e luce per una vita migliore devono sempre andare insieme”. Subito dopo c’è stata la premiazione dei cinque studenti che nei mesi scorsi, su iniziativa del Cif, hanno svolto un tema su Amo i miei nonni perché…, ossia per la scuola primaria ‘Flaiano’, secondo circolo didattico, Marco Tricca della classe V A e Casiana Negoescu della classe V B; per la scuola primaria Pineta dannunziana, VI Circolo didattico, Fabio Gianvittorio della classe IV A; Matteo De Riti, della classe IV B; Emanuele Manari della classe IV C. I bambini, premiati dagli assessori Cerolini, Renzetti e Panzino e dal Presidente Verì, hanno ricevuto una coppa, mentre le dirigenti scolastiche Mariagrazia Santilli, del secondo circolo, e Roberta Dalla Ragione del sesto circolo, hanno ricevuto una targa ricordo. Subito dopo sono stati eletti il Nonno e la Nonna 2010 di Pescara, scelti tra le figure più rappresentative della città: Nonno dell’anno è stato scelto Renato Paesano, “per l’impegno profuso nell’essere nonno senza dimenticare i figli e i nipoti degli altri. Figura storica nel mondo del volontariato, si è distinto nelle attività di accoglienza e di cura rivolte a chiunque abbia chiesto il suo aiuto, in particolar modo nella gestione della Mensa di San Francesco. Per la riservatezza e la coerenza del suo costante, ininterrotto operato, come lui umile e silenzioso”; Nonna dell’anno Annamaria Di Bartolomeo con la seguente motivazione: Vicepresidente del Gruppo di Volontariato Vincenziano, ex insegnante, da anni si dedica all’ascolto e all’accoglienza di persone in situazioni di grave disagio, attraverso una costante presenza nei luoghi dove emarginazione e solitudine sono particolarmente evidenti. Riesce a conciliare le attività di volontariato con il ruolo di neo-nonna a cui dedica altrettanto impegno e passione. Subito dopo la premiazione ha lasciato spazio allo spettacolo che ha visto protagonisti i frequentatori dei Centri sociali Futura, Il Gabbiano e il Germoglio, decine di anziani che si sono improvvisati attori ne la Pizzica a cura della Compagnia teatrale Nulàmpdegiuventù; per la poesia La mia Nonna e la Tè con Pierluigi ed Esmeralda Salvatore; per il teatro Tra Nonna e Nipote con Marina Taurisani ed Esmeralda Salvatore e Bianchina e Consigli per gli acquisti; infine per la musica c’è stato il concerto Nonni grandi nonni. “La Festa – hanno commentato gli assessori Renzetti e Panzino – ha voluto promuovere un momento di incontro tra nonni e nipoti, momento fondamentale per la crescita dei piccoli che serberanno per sempre il ricordo dell’amore disinteressato ricevuto da quegli anziani, sempre pronti ad assistere, sostenere e consolare. Per il prossimo anno avvieremo un vero concorso in cui chiederemo ai bambini di scegliere i nonni dell’anno raccontando storie di splendida quotidianità, come quelle trapelate oggi dai lavori dei cinque bambini vincitori del concorso, in cui hanno semplicemente rappresentato la figura di quei nonni che ancora raccontano le favole quando il nipotino ha la febbre, con cui trascorrono il proprio tempo giocando, guardando la televisione o scoprendo la campagna”.