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Giulianova, De Berardinis alla scuola Pagliacetti per presentare il libro sulla prima guerra mondiale

Giulianova. In occasione del secondo anno in cui si ricorda il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale (1915-1918), l’Istituto Comprensivo di Giulianova 1 del plesso della media Pagliaccetti, in occasione del ‘progetto lettura’ con gli alunni delle 3° classi, martedì 8 marzo dalle ore 18,00, ospiterà il coautore della ristampa libro di Francesco Manocchia ‘Quando c’era la guerra’, il giornalista Walter De Berardinis, libro edito dalla casa editrice Artemia edizioni diretta da Maria Teresa Orsini.

I ragazzi della ‘Pagliaccetti’ avranno l’occasione di vedere un video autoprodotto dalla stessa casa editrice sulla prima guerra mondiale e conoscere alcune vicende che videro coinvolti i giovani giuliesi morti sul fronte, ad oggi 120 caduti. In particolar modo sarà anticipato anche una nuova ricerca portata da De Berardinis sul caduto Flaviano Di Donato, morto in Francia con l’esercito degli Stati Uniti d’America, che sarà pubblicata il 22 aprile prossimo sulla rivista storica giuliese “Madonna dello Splendore” giunta al 35° anno di pubblicazione.

“Gentile Walter De Berardinis, le scrivo per ringraziarLa” – inizia così la lettera che pochi giorni fa Giuliano Di Odoardo, nipote del caduto Carlo Di Odoardo, morto con il 30° fanteria a Bosco Cappuccio sull’Isonzo il 26 giugno 1916, ha scritto per ringraziare per i suggerimenti che ha trovato sul libro che gli hanno consentito di ottenere e ritirare la medaglia commemorativa del nonno in occasione del centenario della prima guerra mondiale, il 20 Febbraio scorso nell’abito di una manifestazione che si è tenuta a Gonars in Palmanova – prosegue l’estensore della lettera – “Le scrivo anche perché ho scoperto il nome di mio nonno nel sacrario di Redipuglia, anche se il cognome è scritto erroneamente Di Edoardo anziché Di Odoardo, per me, mio cugino e mio fratello, leggere quel nome al sacrario è stata una grande emozione. Il sacrificio di questi uomini vanno salutati e ricordati nella giusta maniera, quelle trincee che ancora oggi sono rimaste intatte, parlano chiaramente”