Pescara, lo scrittore Attilio Alessandro Ortolano racconta com’è nato ‘Bellezza e Crudeltà’

Pescara. E’ originario di Ortona e residente a Pescara il ventiduenne Attilio Alessandro Ortolano, autore del romanzo ‘Bellezza e Crudeltà’ (la Gru Edizioni), presentato in diverse librerie d’Italia, tra cui la prestigiosa biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino. Si tratta del libro di esordio dello scrittore abruzzese, che ha sempre coltivato la passione per la scrittura sin dai tempi del liceo; come lo stesso Attilio ci racconta nell’intervista, il suo ‘Bellezza e Crudeltà’ racchiude immagini, emozioni e proiezioni di ciascun individuo, perché il suo protagonista, Jonathan Mesto, “è ognuno di noi”.

Iniziamo dal nome che hai scelto per il tuo personaggio, ‘Jonathan Mesto’. ‘Mesto’ come ‘triste’? Raccontaci di ‘lui’.
“Jonathan Mesto è ognuno di noi. E’ un personaggio che decide di avere coraggio nonostante la paura di fallire, in un periodo nel quale chi lo circonda non riesce più ad avere fiducia nella Bellezza e nell’evoluzione degli uomini. Jonathan decide di combattere la sua battaglia, ecco perchè è ognuno di noi, chiunque combatte ogni giorno una propria battaglia. Il suo nome non è stato scelto a caso, Jonathan è un omaggio al primo libro che ho letto quando avevo sette anni: Il gabbiano Jonathan Livingston, di Richard Bach. Mi fu regalato da mio nonno. La figura del gabbiano l’ho sempre portata dentro di me come ideale verso l’elevazione a cui tutti dovrebbero aspirare ogni giorno, dovremmo continuamente migliorarci. Essere liberi e sognare l’impossibile. Il suo cognome è invece Mesto, perchè in verità è un personaggio che interiorizza molto la realtà, e prima di reagire contro di essa, sente di provare particolari emozioni, spesso di disagio o di malinconia. Queste sono il carburante per il cambiamento”.

Perché un romanzo ambientato nel futuro?
“Il romanzo è ambientato nel futuro senza una vera motivazione. Il 2112 è già qui tra noi. E’ di quelle persone che non credono più alla bellezza o alle capacità dell’uomo. Parlo dell’abolizione della libertà di stampa, da qualche parte non succede già? Ogni vita è divina, basterebbe questo per rendersi conto di quanto ogni persona sia unica. Probabilmente, ambientare nel futuro questo tipo di trama, è prima di tutto un monito, ma che inizi dal presente. Se il cambiamento parte dal presente, si può cambiare il futuro”.

Nel servizio realizzato sulla presentazione del libro a San Marino, ‘Bellezza e Crudeltà’ è stato definito “un soggetto cinematografico traducibile in sceneggiatura”. Che ne pensi?
“Riguardo al soggetto cinematografico sono stato sorpreso e onorato che anche il direttore degli istituti culturali della Repubblica di San Marino abbia pensato per un momento ad un accostamento alla sceneggiatura. Ho sempre amato molto il cinema. In questo caso si tratterebbe di uno scenario fantascientifico, mi piacerebbe moltissimo, ma non ho le capacità per parlare di sceneggiatura o regia. Sarebbe bello ascoltare il parere di un esperto, io sono fiducioso verso qualsiasi possibilità. Posso solo aggiungere di aver scritto molte parti del romanzo con un sottofondo sonoro, credo che la musica possa plasmare molti fotogrammi della realtà”.

Parliamo della copertina del tuo libro: cosa rappresenta per te quest’immagine?
“La copertina di Bellezza e Crudeltà non è stata scelta a caso. Il volto è quello di una donna e intorno c’è molto blu. Prima di scegliere la copertina io e l’editore pensammo a che cosa potesse rappresentare in modo più immediato il messaggio da mandare, o intorno a cosa questo si potesse costruire. Accade spesso nei dipinti che le donne dipingano donne. Gli uomini fanno la stessa cosa. Perchè? Probabilmente la donna rappresenta l’eternità, la bellezza, e una visione della realtà differente anche da quella dell’uomo. La donna interiorizza quello che la circonda in modo più profondo. In ultima analisi possiamo dire che la donna costruisce il mondo di sensibilità del romanzo. E’ una sorta di filtro rispetto al quale guardare la realtà, per vederci molte più cose. Il blu è un riferimento al mare, che rappresenta l’immensità,gli orizzonti dell’uomo, e molto altro”.

Cosa diresti ai tanti ragazzi che cercano di esprimere le loro emozioni attraverso la scrittura?

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