Pescara, ricordo di Raffaele Paparella

paparellaPescara. Domenica 16 maggio la Fondazione Paparella Treccia-Devlet ricorda il primo anniversario della scomparsa del fondatore Raffaele Paparella Treccia con una visita gratuita al Museo Villa Urania. Lunedì 17 maggio, inoltre, alle ore 18,00, la figura di Paparella Treccia verrà ricordata con una messa nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù.

Il villino che è all’incrocio tra via Piave e viale Regina Margherita e che oggi ospita il museo gestito dalla Fondazione Paparella-Devlet, è stato di proprietà del professore fino al 1997, anno in cui lo ha generosamente donato alla città di Pescara per consentire a tutti di visitare la sua personale collezione di ceramiche di Castelli.

La collezione è costituita da quasi 150 maioliche, raccolte insieme alla consorte di origine armena Margherita Devlet sin dal 1951. Piatti, piccole sculture, vasi da consolles prodotti tra il XVI e il XVIII secolo dai maggiori artisti castellani: i Pompei, che interpretano in maniera autonoma i canoni tardocinquecenteschi dello stile compendiario; i Grue che lasciano invece esplodere le fantasmagorie di forme e racconti del Barocco; il Fuina, che adatta le sue maioliche ai leziosi eccessi della pittura rococò del Settecento.

Tra gli elementi esposti spiccano due grandi vasi del 1600 dipinti da Carlantonio Grue appartenuti alla famiglia degli Asburgo e acquistati da Paparella direttamente da Umberto di Savoia.

Per l’occasione sarà possibile visitare la mostra “Cento cavalli di Aligi Sassu”, allestita per onorare la memoria del professore.

“Il professore Paparella è stato benefattore dalla grande generosità” ha detto Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione “nonché uomo di grande cultura e di grande passione. La sua nobiltà d’animo gli ha permesso di non cedere alle lusinghe degli imprenditori e di conservare  questa stupenda villa nel cuore della città. Ricorderemo sempre la sua ironia e la sua sensibilità. Anche superati gli ottant’anni ha continuato a studiare il piede e a formulare le sue teorie, e ha portato a termine con la massima disinvoltura il suo progetto di condivisione della bellezza, donando la sua collezione alla città”.

 

 

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