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Roccamorice celebra il mese della Perdonanza all’eremo celestiniano

Roccamorice. In corso di svolgimento il mese della Perdonanza, che fino al prossimo 4 ottobre si articola in un variegato programma di eventi religiosi e culturali, presso l’Eremo celestiniano di Santo Spirito a Majella, che dallo scorso luglio è gestito dall’associazione onlus Italia nostra, a seguito dell’accordo sottoscritto dal Comune di Roccamorice e la sezione pescarese dell’associazione, presieduta da Mimmo Valente.

A partire da questo pomeriggio si alterneranno funzioni liturgiche pomeridiane e serate all’insegna di musica e intrattenimento, organizzate in occasione di un evento particolarmente sentito, soprattutto per le sue origini lontane nel tempo: la storia narra che il pontefice Celeste V, emanò nel 1294 una bolla papale che concedeva la cosiddetta ‘indulgenza plenaria’ a tutti coloro che la notte del 28 agosto sarebbero entrati nella Basilica di Collemaggio de L’Aquila. Un’altra indulgenza plenaria fu poi concessa nel 1742 da papa Benedetto XIV e questa era usufruibile proprio presso l’Eremo di Santo Spirito a Majella, ogni anno, dal 29 agosto e fino alla prima domenica di ottobre, festa di Maria SS. del Rosario.

L’eremo è oggi parzialmente fruibile al pubblico: ripresi i lavori di restauro dopo l’accordo siglato con Italia Nostra, tramite la Coop. Ripa Rossa, è stata assicurata la riapertura di buona parte del sito, con la previsione di una sua apertura totale entro il 2016. L’accordo tra Comune e associazione Italia Nostra prevede una convenzione della durata di cinque anni e l’affidamento dell’eremo in gestione è a titolo gratuito; “Il primo lotto dei lavori, del valore di 300mila euro, finanziati tramite l’8 per mille, si concluderà nel 2016” aveva affermato Alessandro D’Ascanio, sindaco di Roccamorice.

Si vuole inoltre creare un museo con visite a pagamento presso l’eremo, in modo da recuperare, anche con i finanziamenti della Regione, i fondi necessari alla ristrutturazione completa, dato che c’è già un progetto in corso d’opera, avviato un anno fa, secondo cui il costo complessivo del lavoro ammonterebbe a 900 mila euro.