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Studio dei suoli sommersi ed EcoAlaggi all’Area Marina Protetta del Cerrano

Pineto. Le attività scientifiche e di ricerca dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano continuano a rappresentare un rilevante interesse, sia per i risultati conseguiti che per gli studi effettuati.

Dal 23 al 25 giugno scorsi a Imola-Ravenna si è tenuto il Workshop SISS dal titolo “Hydromorphic-subaqueous ecosystems /ecosistemi idromorfi e subacquei”.
Fra le comunicazioni orali ha riscosso notevole interesse il contributo sui suoli subacquei dell’AMP Torre del Cerrano presentata dal gruppo di ricerca di pedologia dell’Università Politecnica delle Marche, coordinato dal Professor Giuseppe Corti.

Il tema dei suoli sommersi marini è stato affrontato inizialmente negli USA una ventina di anni fa, in Italia rappresenta una novità, soprattutto per quanto concerne lo studio dei suoli in mare aperto. Nell’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano è stato studiato un tratto di mare per valutare gli effetti della pressione antropica sull’evoluzione e sulla qualità dei suoli sommersi.

Attività importante diretta al miglioramento della fruizione turistico-ricreativa e alla riqualificazione ambientale delle zone di alaggio e di aree limitrofe nell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano è quella che ha visto impegnati i ricercatori e studiosi nel progetto EcoAlaggi. Esso è finalizzato ad accrescere l’attrattiva turistica del territorio dell’AMP Torre del Cerrano, promuovendo l’integrazione tra le attività della piccola pesca costiera e le risorse naturalistiche e paesaggistiche presenti, con particolare riferimento alle aree dunali e di nidificazione del Fratino.

Il progetto ha previsto la realizzazione di percorsi naturalistici attrezzati e di semplici interventi di restauro e tutela ambientale, favorendo l’accessibilità e la fruibilità turistica delle aree di alaggio e delle zone limitrofe, valorizzando e tutelando al contempo i delicati ambienti naturali presenti. In particolare, sono stati delimatati con paletti e funi le zone dunali e le aree di nidificazione del Fratino e sono stati eseguiti interventi di tabellonistica e segnaletica. Grazie al progetto è stato possibile realizzare un’estesa delimitazione delle zone dunali presenti nell’AMP (più del 70% del totale).