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Cronaca

Yara Gambirasio, cosa potrà fare a breve Massimo Giuseppe Bossetti

Novità sul caso Yara Gambirasio: ecco che cosa potrà fare Massimo Giuseppe Bossetti, lo hanno stabilito i giudici della Cassazione.

Ci sono delle novità per quanto riguarda l’omicidio della ragazzina di 13 anni morta nel 2010 e ritrovata assassinata pochi mesi dopo. Gli avvocati di Bossetti potranno fare una cosa che avevano chiesto da diverso tempo.

Novità sul caso dell’omicidio di Yara Gambirasio – Abruzzo.CityRumors.it

Uno dei casi più complicati e mediatici degli ultimi anni è senza dubbio l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazza tredicenne scomparsa da casa il 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita il 26 febbraio 2011. Il casa ha assunto in breve tempo una grande rilevanza nazional popolare sia perché la vittima era molto giovane, ma anche perché il crimine è stato afferrato e durante le indagini sono emersi alcuni avvenimenti particolari.

Un’indagine costosissima avviata dopo la sparizione e il ritrovamento del corpo che ha portato alla scelta di fare il test del DNA a tutta la popolazione. È così che gli inquirenti sono riusciti a risalire all’assassino con la condanna definitiva all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti avvenuta il 12 ottobre 2018. Per quanto riguarda il muratore di Mapello, i giudici hanno deciso alcune novità che lo riguardano.

Caso Yara Gambirasio, novità decise dai giudici su Bossetti

Dopo una lunga trafila giudiziaria gli avvocati di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, condannato per l’assassinio di Yara Gambirasia il cui movente è stata l’aggressione sessuale, potranno visionare alcuni materiali che sono serviti agli inquirenti e che hanno portato alla condanna del loro cliente.

Gli avvocati di Bossetti potranno revisionare i materiali (Ansa) – Abruzzzo.CityRumors.it

I legali del muratore potranno adesso visionare alcuni reperti delle indagini e i campioni di Dna che sono stati usati per il processo. A deciderlo sono stati i giudici della Cassazione dopo una serie di istanze e ricorsi durante per circa quattro anni.

È bene però sottolineare che la decisione dei magistrati non apre la strada a una revisione del processo, come ha spiegato il Corriere della Sera. In pratica, la decisione di poter accedere ai reperti non implica la possibilità della nascita di nuove analisi. Una precisazione che i giudici hanno ritenuto essere necessaria.

I giudici supremi hanno indicato che sarà l’Assise a mostrare agli avvocati le modalità di accesso ai materiali. Le operazioni di revisione dovranno essere svolte all’interno di un perimetro già preventivamente determinato, come è stato riferito. In questo modo si garantirà che i reperti rimarranno integri e saranno conservati nel medesimo modo in cui verranno dati.