Avviata lo scorso aprile dall’Ufficio d’Area di Ancona dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (“ICQRF”) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, successivamente affiancato dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, allorquando venivano rilevati indici di anomalie relativi al prezzo al consumo del particolare vino D.O.C., risultato infatti al di sotto del normale prezzo di mercato.
Riscontrata l’assenza di certificazioni chimico-fisiche ed organolettiche necessarie, secondo la normativa di settore ed il Disciplinare del Verdicchio dei Castelli di Jesi, per l’acquisizione dell’appellazione di vino D.O.C. attraverso il rilascio di un Attestato di idoneità, le indagini sono state quindi indirizzate verso la ricostruzione della filiera documentale del falso Verdicchio, coinvolgendo, quale “protagonista”, un’azienda vinicola dell’entroterra piceno, che aveva gestito le fasi di imbottigliamento ed etichettatura delle dame di vino.