Tortoreto, vertenza Betafence: ora la sfida è riaprire il confronto al Mise FOTO VIDEO

Tortoreto. Altre quattro ore di sciopero (due mercoledì e altrettanto venerdì) e la necessità di recuperare un confronto con il Mise prima che sia troppo tardi.

 

In pratica il cerino non può essere lasciato di maestranze e organizzazioni sindacali, ma il tavolo di confronto deve essere riconvocato da subito anche con l’impegno della Regione. Attraverso il neo-assessore alle politiche del lavoro, Pietro Quaresimale, presente questa mattina al presidio dei lavoratori della Betafence e che ha chiesto di poter incontrare i vertici di Presidiad: il fondo internazionale che gestisce il polo produttivo di Tortoreto. Quella di oggi, nello stabilimento di Tortoreto, è stata una nuova giornata di mobilitazione per difendere il posto di lavoro e far recedere la proprietà dell’azienda metalmeccanica dai suoi propositi. Il tavolo in video-conferenza di venerdì scorso non ha soddisfatto i 155 dipendenti e le organizzazioni sindacali.

 

Ma una cosa nuova, a voler cavillare, comunque è emersa. Se nella prima, stringata, comunicazione aziendale, lo scorso 29 luglio, si era parlato di chiusura dello stabilimento della bonifica del Salinello entro la fine del 2020. Ora la proprietà, seppure senza parlare nel dettaglio di piano industriale, parla di riduzione drastica del personale. In che misura e per quali linee, ancora non è dato sapersi. E il tavolo di confronto, che dovrà riaprirsi, dovrà chiarire necessariamente questi aspetti. Nel frattempo, la mobilitazione prosegue.

Quaresimale e Zennaro. Al presidio dinanzi ai cancelli dello stabilimento Betafence sono intervenuti l’assessore regionale al lavoro Pietro Quaresimale (che ha assicurato il massimo impegno per la soluzione della vertenza) e il parlamentare Antonio Zennaro.

 

Il comunicato sindacale.  In giornata le segreterie di Fim Cisl e Fiom Cgil e le Rsu hanno comunicato che hanno proclamato due ore di sciopero alla fine di ogni turno nelle giornate di mercoledì 11 e venerdì 13 novembre.

Allo sciopero saranno interessate anche le linee continue (forno zincatura fili, forno plastificazione rete, forno zincature rete, forno estrusore) e i lavori potenzialmente in smart working.

Tale decisione è motivata con il perdurare dell’incertezza circa il futuro del sito di Tortoreto”, si legge nella nota. “Ad oggi l’azienda non è riuscita a formalizzare le volontà relative ad una presunta riorganizzazione. Tantomeno si è riusciti ad avere dettagli sulla natura e sull’incidenza di quelle “linee” (semmai di linee si possa parlare in uno stabilimento industriale come quello di Betafence) che il gruppo continua a considerare improduttive ed in perdita e quindi da tagliare con la relativa manodopera.

 

Alla luce di ciò, seppur condividendo la linea di totale chiusura all’elargizione di finanziamenti pubblici da parte del MiSE nel caso di un piano (come quello al momento esplicitato da Praesidiad per Betafence) che preveda licenziamenti, si ritiene assolutamente opportuno che il prosieguo della trattativa e del confronto avvenga su un tavolo istituzionale così da non lasciare lavoratrici e lavoratori soli con il loro destino. Pertanto si invita il Ministero a riprendere l’interlocuzione interrotta lo scorso 6 novembre”.

 

 

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