Tortoreto. Un caso nazionale. Un esempio pratico di quelli sono i rischi, concreti, di parte del sistema produttivo nazionale laddove logiche finanziarie schiacciano le normali dinamiche industriali, produttive e occupazionali.
E’ un messaggio molto chiaro quello che arriva dall’assemblea dei lavoratori della Betafence di Tortoreto che questa mattina è andata in scena in uno degli spazi esterno dello stabilimento a rischio chiusura. Da una parte i lavoratori, le loro storie, le loro preoccupazioni e la volontà di salvare il proprio posto di lavoro messo in discussione, lo scorso 29 luglio, in appena 3 minuti. Un’azienda sana, che produce utili e che occupa 155 lavoratori, senza considerare poi le implicazioni nell’indotto.
Oggi i sindacati hanno proclamato 8 ore di sciopero e nel contesto dell’assemblea c’è stata la presenza dei vertici nazionali di Fim Cisl e Fiom Cgil (Claudio Gonzato e Valerio D’Alò), oltre ad altri rappresentanti sindacali territoriali.
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E perché la vertenza che nella sostanza si apre il prossimo 1 settembre al Mise, appare lunga e complicata. Di sicuro, come hanno confermato Marco Boccanera e Mirco D’Ignazio (Fim Cisl e Fiom Cgil), il tavolo ministeriale sarà in video-conferenza e non in presenza. E dunque il presidio in procinto di essere promosso dinanzi al palazzo ministeriale non ci sarà. Per quella giornata, in ogni caso, sarà organizzato uno sciopero e un presidio dinanzi alla Betafence.
“A conclusione dell’assemblea di oggi con i lavoratori, la priorità per il 1° settembre rimane quella di chiedere chiarezza al Ministero dello Sviluppo Economico sulle reali intenzioni dell’azienda. Quanto fino ad ora paventato non ci ha convinto per nulla sulle motivazioni che porterebbero alla chiusura della Betafence, fino ad ora solo annunciata, e non è accettabile che, qualunque sia il progetto della multinazionale, ricada sulle spalle dei lavoratori, come troppo spesso accade”, scrivono i sindacati in una nota.
Nel frattempo la produzione nell’azienda del Salinello è ripresa dopo lo stop per le ferie. Ma il clima, e non potrebbe essere altrimenti, è piuttosto pensate e anche le sensazioni sono irreali. La volontà di battagliare, però, con tutte le difficoltà del momento resta intatta.