Teramo. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori esprime rilievi sul bando della “Cittadella della Cultura”.
E la Fondazione INARCASSA rileva criticità sull’indagine di mercato indetta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise G. Caporale avente per oggetto l’affidamento del servizio di architettura ed ingegneria attinente il supporto al RUP per la riqualificazione dell’ex Mattatoio.
Con una nota indirizzata al Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e, per conoscenza, al Rettore dell’Università di Teramo e al sindaco della città capoluogo, il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ribadisce le criticità già illustrate con precedente comunicazione dalla Federazione Architetti PPC di Abruzzo e Molise relativa al concorso di idee per la riqualificazione dell’ex ospedale psichiatrico di Teramo. La nota evidenzia le numerose criticità del bando, criticità negate dal RUP con una lettera inviata al solo Ordine degli Architetti PPC di Teramo, e chiede la modifica dello stesso previa ripubblicazione.
In caso contrario l’organismo nazionale degli Architetti si riserva di ricorrere all’ANAC ed a valutare, unitamente all’Ordine provinciale, l’adozione di ogni azione giudiziaria ritenuta necessaria per garantire la corretta applicazione della normativa vigente.
Problemi anche per il bando di prestazioni tecniche di supporto al Responsabile Unico del Procedimento da parte dell’Istituto Zooprofilattico. Infatti la Fondazione INARCASSA ha evidenziato criticità relative soprattutto alla determinazione dei compensi, non determinate secondo il decreto parametri.
Anche in questo caso la Fondazione si riserva di attivare il precontenzioso presso l’ANAC per bloccare il bando, ritenuto non rispondente alle norme vigenti.
“Si tratta, purtroppo – dichiara il Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Teramo, Architetti Raffaele Di Marcello – di una continua lotto contro gli Enti che, sulla scia del Governo Regionale, ignorano troppo spesso l’esistenza di una normativa precisa che li obbliga ad applicare compensi minimi per le prestazioni tecniche”.
“Non è nostra intenzione rallentare l’esecuzione di opere strategiche per il territorio – continua Di Marcello – ma la costante elusione della legalità da parte di chi, invece, dovrebbe tutelarla, non può essere ignorata, anche per tutelare la qualità delle prestazioni tecniche che, se sottopagate, difficilmente potranno assicurare quella qualità e completezza che la legge e la deontologia professionale pretendono”.