Scuola e università: le decisioni del direttivo della FLC CGIL Teramo

Nella giornata di ieri si è riunito il Direttivo provinciale della FLC CGIL Teramo per discutere, tra le altre cose, della situazione in cui versano i settori della scuola, dell’università nella nostra realtà provinciale.

 

Al termine del direttivo, e alla luce della situazione attuale e degli aspetti di criticità emersi nell’ambito del settore scolastico, sono state tracciate le linee d’intervento sulle quali focalizzare l’azione politico-sindacale nel breve periodo.

Riprendere una discussione politica che guardi alla prospettiva, in modo da affrontare in maniera unitaria le azioni sindacali insite nella  stessa costituzione della FLC CGIL; per fare proposte specifiche sui temi della conoscenza a tutti gli interlocutori istituzionali presenti in provincia.

Confrontarsi con le forze politiche e sociali sul ruolo che Università, Istruzione, Conservatorio e enti di ricerca possono avere nel sistema formativo provinciale e sulle loro potenzialità per la crescita e lo sviluppo territoriale.

Fare una riflessione critica sull’autonomia scolastica (a 20 anni dalla sua istituzione) e sull’autonomia dell’università, con momenti di discussione collettiva e di iniziative specifiche.

Denunciare le criticità in questo periodo presenti nelle scuole, tra organici insufficienti, strutture non sempre adeguate, incertezze normative, soluzione di problemi spesso lasciati alla buona volontà del personale della singola istituzione scolastica; investimenti certi, organici adeguati, tempo scuola disteso, dimensionamento scolastico da rivedere, istruzione per tutto l’arco della vita: sono alcuni indicatori per una scuola pubblica di qualità.

Ampliare, con chi rappresentiamo e con i nostri iscritti, gli ambiti del coinvolgimento e della discussione, recuperando le relazioni nei luoghi di lavoro, attraverso momenti di confronto  tematici tesi a fare proposte di merito.

Realizzare una formazione continua sia per il nostro gruppo dirigente, in modo da lavorare per il suo potenziamento e la sua crescita in un contesto mutato e più complesso sia per le RSU, in modo da recuperare e consolidare il loro ruolo negoziale. L’autonomia senza contrattazione su organizzazione del lavoro e distribuzione delle risorse, viene ulteriormente depotenziata e rischia di trasformarsi in autarchia di chi governa il sistema. In una fase così complicata, invece, occorre il contributo di tutti.

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