Ha retto anche nel processo di secondo grado, che si è concluso con una condanna a 7 anni e 10
mesi di carcere, ovvero 8 mesi in più rispetto al primo grado, l’impianto accusatorio a carico di Severino Antinori, il ginecologo originario di Civitella del Tronto, imputato a Milano per la presunta ‘rapina’ di ovuli a una infermiera spagnola, avvenuta alla clinica Matris tre anni fa.
La Corte d’Appello milanese ha ritenuto il medico, discusso ‘pioniere’ della fecondazione assistita, responsabile di avere prelevato, nell’aprile 2016, i gameti a una ragazza di 23 anni che aveva denunciato di essere stata immobilizzata, sedata e poi costretta a subire l’intervento. Ma a differenza del Tribunale ha anche riconosciuto ad Antinori, aumentandogli così la pena, la rapina del telefono della giovane. I suoi difensori, gli avvocati Gabriele Maria Vitiello, Tommaso Pietrocarlo e Carlo Taormina hanno già preannunciato di voler impugnare la sentenza.
“Siamo convinti della sua assoluta innocenza – è stato il commento dopo il verdetto – attendiamo le motivazioni per ricorrere in Cassazione”.
La Corte oggi ha anche accolto i patteggiamenti a 2 anni di carcere, con pena sospesa, proposti dai due coimputati di Antinori, la segretaria della clinica Bruna Balduzzi e l’anestesista Antonino Marcianò, entrambi condannati in primo grado a 5 anni e due mesi. I due, mettendolo pure per iscritto, avevano ammesso i fatti nelle scorse settimane e la scorsa udienza Marcianò, che ha anche risarcito la ragazza, aveva detto in aula rendendo dichiarazioni spontanee: “Mi spiace per tutto quello che è successo se ho sbagliato chiedo scusa e spero che il risarcimento serva alla ragazza per crearsi una vita, la migliore possibile”.
Dichiarazioni di responsabilità, queste, che, confermando la ricostruzione dell’accusa, di certo non hanno giocato a favore del ginecologo il quale è stato pure condannato all’interdizione dalla professione medica per cinque anni (che scatterà in caso di conferma con sentenza definitiva) e a 3900 euro di multa. La Corte ha anche disposto il versamento da parte del medico di una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 25 mila euro per la giovane vittima della presunta rapina di ovuli e ora parte civile. Infine è stata inflitta una pena di 2 anni e 6 mesi di
reclusione a Gianni Carabetta, coimputato di Antinori per tentata estorsione per avere minacciato al telefono una coppia di clienti della clinica Matris. Altri due imputati in un altro filone su un presunto traffico di gameti, che erano stati assolti in primo grado dal gup Alfonsa Ferraro, sono stati oggi condannati a 8 mesi di reclusione. Le motivazioni entro 90 giorni.