Teramo. Quali azioni da mettere in campo per i 200 dipendenti dell’ATR di Colonnella e della Veco a Martinsicuro alla luce della circolare che il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha diramato venerdì scorso a tutte le prefetture.
Dettato che pone la necessità di pianificare interventi utili per evitare tensioni sociali e problemi di ordine pubblico legati a crisi economiche e sociali in corso.
E’ questo il tema che pongono in una lettera che i segretari di Fim Cisl (Marco Boccanera) e Fiom Cgil (Mirco D’Ignazio), hanno inviato al prefetto di Teramo, Graziella Patrizi.
“La circolare, infatti, segnala le stesse preoccupazioni relative all’ordine pubblico ed alla sicurezza che FIM e FIOM di Teramo da tempo stanno segnalando riguardo le due vertenze: vivere per quattro mesi senza stipendio è insostenibile e le conseguenze rischiano di essere molto gravi”, si legge in una nota.
“Il Viminale, poi, invita i Prefetti ad attivare azioni di sensibilizzazione rivolte agli enti territoriali perché si attuino misure di sostegno per chi vive situazioni di disagio: mai come in questo caso è necessario dare una risposta immediata a questo disagio. Così come è necessario attivare, subito, tutte le azioni possibili per risolvere le due vertenze.
Per i 150 lavoratori di ATR va preteso che il Presidente Antonio Di Murro paghi, come promesso anche davanti al Prefetto, i quattro stipendi arretrati e che l’INPS di Teramo liquidi subito la cassa integrazione ordinaria a copertura della seconda metà del mese di marzo.
Così come va preteso che il Ministero del Lavoro sblocchi subito la cassa integrazione per cessazione e per COVID 19 e paghi i 50 lavoratori Veco in attesa da gennaio scorso.
Come era già stato scritto, senza esito, la scorsa settimana al Presidente della Regione Marco Marsilio, all’Assessore al Lavoro Piero Fioretti, al Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, ai sindaci di Colonnella e Martinsicuro (l’unico che almeno si è degnato di rispondere, ndr), queste azioni vanno messe in campo adesso: è già troppo tardi, ma almeno si eviti che il dramma sociale diventi notizia di cronaca nera”, chiudono i due sindacalisti.
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LA LETTERA AL PREFETTO