Per accedere in ospedale assieme alla compagna deve chiamare la polizia. Il caso

Teramo. Per entrare in ospedale e assistere la compagna è costretto a chiamare la polizia. Tra le tante storie che connotano l’accesso ai servizi sanitari nell’epoca covid, si staglia anche il racconto di un uomo di Tortoreto, che da diverse settimane (quasi con cadenza quotidiana), assiste la compagna (che soffre di capogiri) al Mazzini di Teramo.

 

Ebbene, nei giorni scorsi seguendo la prassi normale al triage dinanzi all’ospedale, l’uomo si è sentito dire da uno dei volontari che opera nella struttura-filtro che doveva fermarsi lì e non poteva assistere la donna attesa in reparto per i controlli del caso. Nonostante le insistenze, e dopo aver rappresentato più volte la situazione di necessità, l’uomo non si è arreso e ha contattato la polizia.

Gli agenti che operano nel presidio sanitario, una volta intervenuti, hanno verificato la situazione e consentito alla coppia (assieme) di salire in reparto per sottoporsi alle terapie del caso. La situazione, sotto questo profilo, è tornata alla normalità, ma l’involontario protagonista dell’episodio continua a masticare amaro.

“Le regole le conosco”, racconta, “ ma è altrettanto vero che la mia compagna ha bisogno di essere sostenuta mentre sale in reparto. E credo che non sia giusto che le direttive per superare il triage siano date da volontari o comunque da persone che non hanno titolo a farlo. Io mi sono puntato e ho chiesto l’intervento della polizia per risolvere un problema che mai in precedenza si era presentato”.

 

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