Nereto. Il rigetto dell’istanza della Ditta Wash per la realizzazione di una piattaforma per il trattamento di rifiuti liquidi a Nereto nel corso della conferenza di servizi dello scorso 10 febbraio rappresenta un’ottima notizia sia per il territorio che per il rispetto della legge.
Nella fase consultiva enti locali, comitati locali, associazioni ambientaliste, associazioni di categoria ed esponenti politici hanno più volte evidenziato tutte le problematiche nell’iter procedimentale seguito, nonché l’impatto ambientale che sarebbe derivato dalla realizzazione dell’impianto. Una procedura nata tre anni fa che si era sostanzialmente avvitata su se stessa su un doppio binario legato all’autorizzazione del nuovo impianto di trattamento rifiuti, da un lato, e alla presunta sanatoria per la concessione di prelievo di acqua per l’impianto già esistente di lavanderia industriale, dall’altro.
Dal punto di vista ambientale questo stop deve rappresentare il punto di avvio per il risanamento dell’area del torrente Vibrata. Il “Piano di Tutela delle Acque” regionale classifica lo stato ecologico del bacino del Vibrata come “cattivo” a causa di ben 19 pressioni esistenti: depuratori di acque reflue urbane, siti industriali abbandonati, prelievi ad uso industriali, abbandono di rifiuti, discariche da sottoporre a bonifiche o comunque con superamento di concentrazioni soglia di contaminazione, ecc..
E sempre nel Piano la situazione del Vibrata viene descritta in termini molto gravi: “il corpo idrico presenta criticità nel tratto a monte, dovuta ad una scarsa portata idrica per più periodi durante l’anno in cui la portata del fiume è data solamente dallo scarico dell’impianto di S.Egidio (conforme). Si tratta di un corpo idrico con delle pressioni antropiche elevatissime rispetto alla portata dello stesso e alla capacità autodepurativa. Il carico di reflui urbani è elevatissimo e costituisce l’intera portata del corpo idrico. Anche le pressioni agricole sono notevoli e l’area è una Zona Vulnerabile da Nitrati di origine agricola”. E diversi altri studi condotti sull’area evidenziano problematiche nella falda, nelle acque superficiali e in tutta la piana del Vibrata. Come richiesto da sempre, il WWF ribadisce che è tempo di avviare per il bacino del Vibrata un piano di risanamento ambientale che miri all’eliminazione degli apporti inquinanti e contestualmente alla rinaturalizzazione del corso d’acqua.