Teramo. La Confartigianato Teramo ha lottato dall’inizio per evitare di regalare la Camera di Commercio di Teramo agli aquilani. A dirlo in una nota è proprio l’associazione degli artigiani teramani ricordando, per bocca del presidente Luciano Di Marzio, “che in caso di fusione, sarebbe stata assegnata alla Camera di Commercio che aveva più iscritti e quindi alla nostra, che ne aveva oltre 5.000 in più rispetto alla Camera di Commercio dell’Aquila”.
“Un capoluogo di Provincia che si vede spogliata di tutto, persino dell’ultima realtà importante che avevamo e che per anni ha contribuito alla crescita delle imprese del nostro territorio provinciale”. Il Presidente Di Marzio continua con il ricordare a tutti “le difficoltà che oggi hanno i giovani nell’iniziare una attività per questo, nei primi 3 anni di attività, devono essere aiutati per inserirsi nel settore economico e quindi esentati di tutte le spese compreso le tasse esorbitanti che gravano oggi sulle imprese”.
“La decisione di regalare la sede della Camera di Commercio agli Aquilani, è stata una decisione affrettata e non necessaria in quanto il decreto doveva ancora essere emesso; era stato già preannunciato in Consiglio, in quanto informati, che la sede sarebbe stata assegnata alla Camera di Commercio con più iscritti, come poi è avvenuto nel Decreto Renzi successivo alla decisione: la Camera di Commercio toccava a Teramo che aveva oltre 5.000 iscritti in più dell’Aquila, senza considerare poi il grande divario relativo alle attività turistiche ed economiche”, ribadisce il presidente di Confartigianato. “Dopo 2 anni dalla delibera di Consiglio Camerale di concedere la sede a L’Aquila abbiamo verificato che il Sindaco di Teramo e il Presidente della Provincia, molto tardivamente, hanno cercato di intervenire per evitare che accadesse quanto poi si è verificato. Tutto inutile, e abbiamo anche notato la latitanza dei nostri Consiglieri Regionali di maggioranza che, invitati in un incontro presso la Camera di Commercio di Teramo, sono risultati assenti. La revoca votata all’unanimità da tutti i Consiglieri della Camera di Commercio di Teramo della delibera di concessione della sede agli Aquilani non ha prodotto effetti, come pure i ricorsi proposti dai nostri legali sono stati solo uno sperpero di danaro in quanto ad oggi non hanno prodotto risultati”.
E ancora: “Speravamo nella incostituzionalità del Decreto, come incostituzionale i Giudici avevano dichiarato essere il Decreto Renzi: stranamente, però, gli stessi ne hanno riconosciuto la costituzionalità. La decisione di concedere la sede a L’Aquila è stata gravissima con immensi danni di immagine ed economici in quanto dobbiamo accollarci noi i debiti della sede Aquilana e quindi la Confartigianato Teramo ritiene responsabili di quanto accaduto tutti i Consiglieri che hanno votato a favore e stiamo valutando legalmente le eventuali azioni da intraprendere nei confronti degli eventuali responsabili”