Dragaggio porto Ortona: Pineto ringrazia la Regione per aver accolto le istanze dei Comuni interessati

Esprimiamo apprezzamento per l’attenzione dimostrata da parte della Regione sul tema che ormai è diventato motivo di preoccupazione diffusa e attenzione mediatica: lo sversamento in mare dei fanghi provenienti dal dragaggio del porto di Ortona.

 

“Finalmente, tecnici e politici si sono seduti insieme questa mattina a L’Aquila per analizzare la questione, non solo dal punto di vista scientifico, ma anche dal punto di vista dell’opportunità”, ha commentato il primo cittadino di Pineto, Robert Verrocchio.

“Ringrazio il Vice Presidente Regionale e Assessore al Turismo Giovanni Lolli che insieme al consigliere regionale Luciano Monticelli, hanno recepito le istanze e le preoccupazioni dei Sindaci di Pineto, Silvi, Città S. Angelo e Montesilvano e soprattutto dell’Area Maria Protetta che, sulla questione legata al deposito dei sedimenti del dragaggio di Ortona nelle vicinanze del Parco Marino del Cerrano, da subito hanno manifestato grosse preoccupazioni”, ha aggiunto, insieme al vicesindaco della città, Cleto Pallini.

“Il Vice presidente, incaricato direttamente dal governatore Luciano D’Alfonso a seguire il problema, ha voluto ribadire, che se da una parte vi è l’esigenza di avviare al più presto i lavori sul porto di Ortona, una infrastruttura strategica per l’Abruzzo, dall’altra c’è sicuramente la volontà assoluta di preservare la biodiversità e soprattutto l’immagine del sistema marino a confine con l’Area Marina Protetta e Sito d’Interesse Comunitario, asse strategico dell’offerta turistica per la nostra regione”.

“Secondo un principio di precauzione, per Lolli esiste la volontà di prendere in considerazione possibili soluzioni alternative.
La posizione dei Sindaci, insieme all’AMP sarà di fiducia rispetto a questa volontà espressa, ma ovviamente resta la ferma posizione di procedere per le vie legali laddove dovessero non essere perseguite”, hanno concluso nella nota.

Durante lo stesso incontro tenutosi oggi a L’Aquila, L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano ha consegnato alla Presidenza della Regione una copia del documento inviato in data odierna al Presidente del Consiglio dei Ministri Onorevole Paolo Gentiloni.

 

“Si tratta di un documento di Opposizione alla conclusione della Conferenza di Servizi che autorizzava il versamento in mare dei materiali di escavo del porto di Ortona. Il documento si chiude con la richiesta da parte dell’AMP alla Regione Abruzzo di provvedere alla revoca in sede di autotutela del provvedimento autorizzativo”, fa sapere l’Area Marina Protetta in una nota.

“Il Vicepresidente Lolli ha messo in evidenza che c’è un “valore reputazionale” del turismo che condiziona le decisioni del turista. In conseguenza di ciò è fondamentale coniugare le esigenze di sviluppo infrastrutturale, come il dragaggio e l’ampliamento del porto di Ortona, con le esigenze di tutelare il sistema turistico della costa abruzzese. Il mare è un capitale naturale, il cui valore non deve essere intaccato: questa è l’opinione condivisa da tutti i presenti”.

“Questa consapevolezza ha fatto sì che i tecnici regionali presenti ricevessero delle indicazioni ben precise sulle iniziative da percorrere immediatamente per trovare una soluzione alternativa al deposito in mare dei sedimenti. I tecnici regionali si sono già attivati e da domani stesso inizieranno una serie di verifiche per esplorare le possibilità alternative al deposito in mare: possibilità che l’Area Marina aveva già indicato in sede di Conferenza di Servizi. La decisione è stata presa anche alla luce del decreto Regionale del 27 dicembre scorso, per il quale l’opera non va più completata obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2018, come spiegato dal Direttore della Regione Vincenzo Rivera, ma i termini possono essere eventualmente prorogati”.

Anche l’Area Marina ha quindi valutato positivamente questa apertura da parte della Regione Abruzzo nella ricerca di soluzioni alternative,” rimanendo comunque vigile sul corso dei procedimenti e pronta insieme ai comuni ad un’eventuale impugnazione degli atti autorizzativi”.

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