Ieri, venerdì 23 febbraio si è riunito, nella sede della Provincia di Teramo, un tavolo di lavoro convocato dal vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli a proposito del deposito in mare nel sito ABR01D dei materiali derivanti dal dragaggio del Porto di Ortona: la Regione Abruzzo ne ha sospeso l’autorizzazione.
“I vertici di AMP Torre del Cerrano intendono precisare che il risultato è dovuto alla proposta dell’ente di valutare soluzioni alternative, sollecitando l’ARAP regionale che sta ultimando la progettazione dell’ampliamento del porto, che prevede una spesa di 40 milioni di euro con fondi Masterplan”.
“Sono state infatti individuate una serie di soluzioni diverse dall’immersione in mare: sostenibili per l’ambiente e più consone alle esigenze, anche economiche, del territorio abruzzese”.
“Per questo motivo, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano concorderà con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha convocato per giovedi 1 marzo i vertici AMP e Servizio Rifiuti Regione Abruzzo a proposito dell’opposizione alla Conferenza di Servizi, la modalità di vigilanza in attesa di un riscontro fattuale da parte della Regione al tavolo tecnico tenutosi il 23 febbraio”.
“La Regione Abruzzo ha ora a disposizione 90 giorni di tempo per provvedere alle ottemperanze burocratiche che renderanno finalmente possibile abbandonare definitivamente la soluzione del deposito dei materiali in mare. Prossimo passo sarà quello di chiedere definitivamente la revoca del sito ABR01D come idoneo al deposito in mare di materiali”.
“Grazie alla mobilitazione del parco e delle associazioni e all’indignazione dei cittadini oggi tornano indietro! Un esempio di quanto sia possibile far cambiare direzione alle scelte sbagliate senza piegare la testa ma mantenendo alto il controllo e la capacità di reazione. Grazie a tutti quelli che si sono battuti per questo risultato!”, il commento di Stefano Ciccantelli, segretario provinciale Sinistra italiana – Liberi e uguali.